Mentre continua la raccolta firme a sostegno del referendum abrogativo della legge sull’Autonomia Differenziata, detta anche Legge Calderoli, a Spilamberto sabato 31 agosto, presso la festa di Rifondazione Comunista, si è affrontato anche il problema della proposta sul “Premierato” sostenuta dalla maggioranza di destra. In particolare sulla necessità di difendere l’unità d’Italia, impedire l’abbandono delle regioni più povere e sulla tenuta, se affiancata da un Premierato forte, della nostra democrazia.
La prima ad intervenire è Tonia Guerra della Segreteria del Partito della Rifondazione Comunista e responsabile campagna NO AD. Un intervento finalizzato ad esporre non solo i punti pericolosi di questa legge non solo per le regioni meridionali, ma anche sul lavoro svolto dal suo partito.
Si è soffermata anche su quanto sta avvenendo presso il Consiglio regionale della Puglia, sua regione di provenienza, che non ha ancora approvato la delibera che chiede entrambi i quesiti e che ha invece, presentato un ricorso presso la Corte Costituzionale.
A seguire è intervenuto Alessandro De Nicola della Segreteria Confederale CGIL Modena che ha esposto l’impegno dell’organizzazione sindacale nella raccolta delle firme, del valore politico di questa azione e la risposta positiva, a volte imprevista, dei cittadini e la loro partecipazione ai banchetti di raccolta firme.
E’ Maria Longo, già Magistrata presso la Procura Generale di Bologna, ad affrontare la questione della proposta del Governo Meloni sul Premierato e il pericolo che questa può comportare per la Democrazia. Un progetto che può consentire al Governo di blindare, anche grazie al premio di maggioranza, l’agire legiferante che diventa solo della maggioranza riducendo così, praticamente inutile il ruolo del parlamento, la discussione dell’opposizione e la costruzione di una maggioranza alternativa. Ma soprattutto la riduzione del ruolo del Presidente della Repubblica a mero rappresentante istituzionale, senza neanche la possibilità di sciogliere le Camere.
In chiusura riflessioni e confronti su ciò che potrà avvenire al termine della raccolta delle firme.
“L’obiettivo ora rimane il milione di firme – afferma Antonio Madera del Comitato Contro ogni Autonomia Differenziata Emilia Romagna – utile a mandare un serio messaggio politico alla Corte Costituzionale affinché approvi un unico quesito: quello che prevede l’abrogazione della legge Calderoli e non quello che ne prevede una parziale modifica. In seguito – continua – sarà necessario mantenere attive tutte le attività d’informazione rivolte ai cittadini, sul danno di queste riforme, perché l’obiettivo deve rimanere quello di riuscire a portare alle urne un numero di cittadini tali da riuscire a superare il quorum d’approvazione. Solo allora si potrà dire di aver vinto questa battaglia per la Democrazia e l’uguale diritto per tutti”.