BOICOTTARE PRODOTTI TEVA CONTRO APARTHEID ISRAELIANO

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La campagna organizzata per boicottare i prodotti Teva, contro apartheid israeliano, è una tra le più importanti campagne di boicottaggio (1) che da anni vengono portate avanti dal movimento BDS internazionale (boicottaggio, disinvestimento e sanzioni).

di Stefano Rebecchi

Il movimento BDS*, nato nel 2005 dall’iniziativa di 170 associazioni e sindacati Palestinesi, si basa sul rispetto del diritto internazionale e sulla tutela dei diritti umani fondamentali. Si ispira alla lotta per l’abolizione dell’apartheid in Sudafrica.

Teva? no grazie!
La casa farmaceutica israeliana Teva è la più grande azienda mondiale nel settore dei farmaci generici.
Teva ha un codice etico nel quale afferma di voler essere riconosciuta come un’azienda corretta, che intende contribuire al benessere dei pazienti, delle famiglie e della comunità, che sostiene e rispetta la tutela dei diritti e si impegna a non essere complice di abusi.
In realtà Teva finanzia il governo israeliano con le sue imposte (nel 2022 l’utile lordo dell’intero gruppo è stato di quasi 7.000 milioni di dollari, pari al 46,7% del fatturato),

Dato fondamentale da prendere in considerazione: l’economia palestinese è interamente controllata da Israele, ne consegue che Teva beneficia di un mercato palestinese vincolato a cui può imporre prezzi più alti di quelli dei farmaci generici prodotti ad esempio in Cina e India.

Teva inoltre, si è schierata pubblicamente con lo Stato e l’esercito israeliano sia con dichiarazioni che con aiuti concreti, ad esempio con programmi di sostegno psicologico per i cittadini e massicce donazioni di farmaci e altri prodotti all’esercito. Non prendendo ovviamente minimamente in considerazione i diritti dei palestinesi e gli abusi che subiscono.

Un altro esempio di scorrettezza di questa azienda è evidenziata dalla sua ultima condanna: la Teva è stata recentemente multata dalla Comunità Europea per 462 milioni di euro.

TEVA ha esteso artificialmente la protezione brevettuale del Copaxone e ha diffuso sistematicamente informazioni fuorvianti su un prodotto concorrente.

Il Copaxone è ampiamente utilizzato per il trattamento della sclerosi multipla e contiene il principio attivo farmaceutico Glatiramer acetato su cui TEVA ha detenuto un brevetto di base fino al 2015. TEVA ha abusato della propria posizione dominante sui mercati del Glatiramer in alcuni paesi tra cui Belgio, Germania, Paesi Bassi con l’obiettivo di ritardare la concorrenza e prolungare artificialmente l’esclusività di Copaxone.

Teva avrebbe diffuso informazioni fuorvianti per ostacolare l’ingresso e la diffusione sul mercato del farmaco concorrente, estendendo artificialmente la protezione brevettuale del Copaxone.

Tutti elementi che giustificano il boicottaggio, attuato nei confronti di questa casa farmaceutica, con alcune precise azioni:

  • Rifiutare in farmacia l’acquisto di farmaci Teva, e delle ditte controllate DOROM, CEPHALON, RATIOPHARM
  • Chiedere al proprio medico e al farmacista di SOSTITUIRE i medicinali di Teva con altri equivalenti perché nella maggioranza dei casi ciò è possibile
  • Firmare il messaggio da inviare a Teva, che si trova sul sito BDS Italia per manifestare il proprio dissenso e la propria adesione alla campagna di boicottaggio (2)
  • Diffondere l’informazione sul boicottaggio della TEVA

Rilancio della campagna contro Teva
La campagna Teva? No grazie!” in Italia, anche se è stata avviata più di dieci anni fa, continua a essere ciclicamente riproposta con apposite date in cui vengono stabiliti obiettivi e azioni specifiche sia da parte di BDS Italia sia da parte dell’organizzazione Sanitari per Gaza.

In sinergia, questi organismi, propongono svariate azioni che vanno dal volantinaggio conoscitivo all’allestimento di banchetti con materiale informativo, da azioni dirette ai presidi sanitari, ai mercati, ai centri storici, fino ad arrivare alla formulazione di comunicati stampa e social.

E’ con l’avvicinarsi della Israel Apartheid Week, che si terrà dal 21 al 30 Marzo 2025, che si è programmato una serie di iniziative che riguarderanno anche la campagna contro Teva. Sono infatti, previsti numerosi dibattiti e incontri per informare la cittadinanza e per fare conoscere il BDS e la campagna di boicottaggio della Teva.

Anche a Modena, organizzata da BDS Modena, è prevista una specifica iniziativa il giorno 7 Aprile alle ore 19 al circolo culturale Eretica via Niccolò Biondo 266/A dal titolo:
Distruzione del sistema sanitario a Gaza. Esperienze solidali in Italia per i Palestinesi amputati e le loro famiglie. BDS. Campagna TEVA? No grazie”

Saranno presenti:

  • Dottore Nezar Elkhaldi medico chirurgo Palestinese specialista di Reumatologia presso l’azienda USL-IRCCS di Reggio Emilia
  • Dottore Fabio Gentili di SPG, Sanitari per Gaza.

Ma chi sostiene il BDS?
Il BDS è sostenuto da movimenti sociali, chiese, sindacati e associazioni (comprese associazioni ebraiche e palestinesi).
Tra i sostenitori e le sostenitrici del BDS ricordiamo i premi Nobel Annie Ernaux, Mairead Naguire e il compianto arcivescovo Desmond Tutu. Angela Davis, Naomi Klein, Ken Loach, Judith Butler, Moni Ovadia etc.
In Italia hanno aderito all’appello BDS organizzazioni come la FIOM, CGIL, Pax Christi, l’ONG Un ponte per Bagdad etc.

L’acronimo BDS riflette tre azioni:

  • Boicottaggio: delle aziende israeliane e internazionali complici delle violazioni e delle istituzioni accademiche, culturali e sportive che collaborano con il sistema di oppressione nei confronti del popolo palestinese sostengono la propaganda del regime sionista israeliano
  • Disinvestimento: dalle aziende israeliane e da quelle internazionali che sono complici delle violazioni israeliane e che da esse traggono profitto
  • Sanzioni: richiesta di sanzioni internazionali nei confronti di Israele, incluso un embargo globale sulla vendita delle armi

Grandi imprese multinazionali, come Veolia e Orange, grazie a queste azioni, si sono ritirate da attività implicate con le violazioni di Israele. Anche grandi fondi finanziari hanno disinvestito da società israeliane e internazionali complici.

Decine di università in tutto il mondo hanno interrotto i rapporti di collaborazione con istituzioni accademiche e di ricerca israeliane complici del sistema di apartheid israeliano.

Sono anche migliaia gli esponenti della cultura, artisti internazionali e italiani che aderiscono al boicottaggio culturale, rifiutando di partecipare a eventi in Israele o sponsorizzati da istituzioni israeliane.

Un esempio di successo di azioni di boicottaggio è quello attuato nei confronti degli sponsor della Federcalcio Israeliana (IFA) che proprio in questi giorni, ha visto sparire dal loro sito web il logo della Reebok ultimo suo sponsor attaccato dall’azione dei militanti BDS.

Non possiamo confermare che abbia disdetto il contratto, come hanno fatto Erreà, PUMA e Adidas prima di Reebok in seguito alle campagne BDS, ma certo è un buon risultato. Anche perché sappiamo che oltre ad aver rimosso il logo dal sito web IFA, la stessa non ha mai promosso nessuna maglia Reebok né Reebok ha mai parlato del contratto con l’IFA. Inoltre, per le prossime partite di qualificazione ai Mondiali, l’IFA sta promuovendo immagini di giocatori con vecchie maglie PUMA.

Il PACBI** (Campagna palestinese per il boicottaggio accademico e culturale di Israele) (3) ha pubblicato quanto accaduto sui social media, chiedendo a Reebok di chiarire la sua posizione oppure di essere ancora oggetto della campagna di boicottaggio.

Il BDS di fatto resta, uno importante strumento di opposizione allo stato sionista israeliano. Non violento ma particolarmente attivo e funzionale, e che permette a comuni cittadini, di sentirsi parte integrante di un azione collettiva contro il sopruso, contro cui spesso si sente spesso impotente. Non è infatti un caso se il governo israeliano, opera presso i governi compiacenti affinché i membri del movimento BDS siano assoggettati all’intervento punitivo legato ai reati di razzismo e soprattutto di antisemitismo.

Note
* Il movimento internazionale BDS, che è contro ogni forma di discriminazione razziale, politica, religiosa, di genere e rifiuta l’ islamofobia e ogni ideologia ispirata al suprematismo etnico e razziale, ha 3 obiettivi principali:

  1. La fine dell’occupazione e della colonizzazione israeliana di tutte le terre arabe e lo smantellamento del muro
  2. Il riconoscimento dei diritti fondamentali e dell’uguaglianza per i cittadini arabo-palestinesi di Israele
  3. Il riconoscimento del diritto al ritorno dei profughi palestinesi alle loro case e proprietà, come sancito dalla risoluzione 194 dell’ONU.

** La (PACBI) è stata lanciata nell’aprile 2004 da un gruppo di accademici e intellettuali palestinesi a Ramallah, in Cisgiordania. PACBI fa parte della campagna di boicottaggio, disinvestimento e sanzioni (BDS).

Link

1 – https://alkemianews.it/2025/02/09/bds-giornate-dazione-contro-linvio-di-armi-ad-israele/

2 – https://bdsitalia.org/index.php/campagne/teva-no-grazie

3 – https://bdsmovement.net/pacbi/cultural-boycott-guidelines