Lo scritto “Festa del 2 giugno: la Repubblica e il genocidio in Palestina” che volentieri pubblichiamo, è stato inviato da Stefano Rebecchi, attivista BDS.
Il 2 Giugno non ci sentiamo di festeggiare la Repubblica Italiana. Molti sono i motivi e le cose su cui riflettere.
A partire dalla recente stretta di mano del presidente della repubblica Mattarella al suo omonimo israeliano Herzog, che bacia le bombe con cui si massacra il popolo palestinese.
Il Governo Italiano vota contro la revisione degli accordi Unione Europea con Israele e a favore:
- Del piano di riarmo europeo,
- Della militarizzazione delle scuole,
- Dell’impoverimento dei popoli europei,
- Del genocidio dei nostri fratelli e sorelle palestinesi che ci vede complici in violazione del diritto internazionale e dell’articolo 11 della nostra Costituzione.
Diritti superati ed elusi grazie anche al prossimo memorandum Italia-Israele, in vigore dal 2005, firmato dal governo Berlusconi, mai disdettato e prossimo ad essere rinnovato l’8 Giugno. Il memorandum, dal contenuto secretato e che consentirà all’Italia di continuare ad essere il terzo fornitore ed acquirente di armi e tecnologie di controllo e uno dei cinque paesi con il maggior scambio commerciale ed economico.
Anche questa regione, dopo la Puglia e il comune di Bologna, comincia a comprendere questo pericolo e quanto questo incida nel proseguimento del genocidio.
È notizia di pochissimi giorni infatti che anche la regione Emilia Romagna ha rotto i rapporti, almeno formalmente, con Israele. Un superamento a parole del colpevole silenzio, arrivati in blocco dopo un anno e mezzo mutismo, di cui attendiamo fatti e scelte concrete sino ad oggi mai viste.
Lo stesso che chiediamo di fare a questa Amministrazione di Modena.
Come movimento BDS, ci battiamo e invitiamo da tempo tutti le persone a:
- Boicottare i prodotti israeliani;
- Gli avvenimenti culturali e sportivi (nella tappa del Giro d’Italia a Modena del 22 Maggio abbiamo effettuato svariate azioni in questo senso);
- La denuncia di accordi istituzionali e accademici che appoggiano e favoriscono il regime di apartheid israeliano.
Basta con politiche anche comunali o universitarie che, per convenienza politica, si è scelto di non denunciare in violazioni della difesa dei diritti umani da parte dello stato di Israele e la condanna dell’ideologia sionista, base di questi crimini.
No ad un sostegno blando e generico alla causa umanitaria palestinese e contemporaneamente riconoscimento dell’entità sionista.
A cominciare, dal superamento dell’agenzia aMo, agenzia per la mobilità e il trasporto pubblico di Modena, degli accordi con la ditta Tekapp di cybersicurity di Formigine, che vede tra i suoi fondatori un ex appartenente alla famigerata unità 8200 dell’esercito israeliano (IDF), l’unità tecnologicamente più avanzata dell’esercito più immorale del mondo.
Un azienda che come BDS abbiamo contrastato insieme a Modena per la Palestina, sino ad ottenere l’annullamento del loro seminario chiamato “Adotta il tuo cecchino”, presso la Florim ceramiche dove si proponevano prodotti di controllo sperimentati con decenni di apartheid nei territori occupati della Cisgiordania e a stragi di massa a Gaza.
Stesso discorso per Unimore, l’università cittadina, che da anni tiene seminari con questa azienda e sviluppa progetti dual-use.
Ma non ci siamo fermati a questo.
Come BDS Modena chiediamo infatti che il consiglio comunale discuta anche due nostre proposte, firmata da svariate associazioni, che contemplano:
- L’immediato cessate il fuoco e l’ingresso degli aiuti umanitari a gestione ONU;
- Il dispiegamento di una forza di pace che impedisca altre atrocità e che consenta ai palestinesi di fare ritorno alla loro terra in totale sicurezza.
- Il riconoscimento a pieno titolo dello Stato Palestinese con confini antecedenti al 1967 e come stato membro a pieno titolo del consesso ONU
- Il diritto al ritorno dei profughi palestinesi, come sancito dalla risoluzione ONU 194/1948
- La restituzione delle terre e delle proprietà.
- La rimozione del muro di confine in Cisgiordania.
- La fine del regime di apartheid e il ritiro di Israele dai territori occupati.
- Garantire pieni diritti per gli arabo-palestinesi residenti in Cisgiordania.
- L’adozione di un codice etico degli appalti per sancire che nessuna collaborazione verrà avviata con aziende che violano i diritti umani, sospendendo quelle in essere, come citato in precedenza per il caso a.MO. che si affida a Tekapp.
E’ importante, che anche tutti i cittadini modenesi comprendano che la repressione e l’uccisione di donne e bambini/e palestinesi non finirà grazie l’esclusione del governo di Netanyehu
La libertà e l’autodeterminazione del popolo palestinese sarà raggiunta solo e soltanto abbattendo le fondamenta politiche del sionismo, ideologia razzista e suprematista che innerva a tutt’oggi la società israeliana, influenzando pesantemente le opinioni pubbliche e i governi occidentali e in combutta con molti paesi arabi.
E’ dovere delle nostre istituzioni democratiche e i privati cittadini mobilitarsi affinché un giorno non siano ritenuti responsabili e complici della distruzioni del tribunale e dei principi del diritto internazionale.
Prima o poi la verità storica rispetto al genocidio e alla pulizia etnica del popolo palestinese emergerà in tutta la sua portata.
Tutti e tutte noi dobbiamo fare la nostra parte. Nessuno escluso.
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