TEKAPP “ADOTTA IL TUO CECCHINO UN CHIARO MESSAGGIO DI PACE”

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E’ Daniel Rozenek, CEO di TEKAPP a definire il progetto “Adotta il tuo cecchino un chiaro messaggio di Pace”. Lo dichiara in un articolo, quasi dettato, alla Gazzetta di Modena il 13 luglio 2025.

Invece di trovare sul giornale cittadino una seria intervista, approfondimento e confronto, ci dobbiamo assorbire, con un genocidio in corso e una città attiva su questo argomento, l’ennesimo spazio lasciato alla Tekapp senza contenzioso ne la pubblicazione di ciò che giornalisti e movimenti hanno portato come prove (ndr leggi il nostro precedente (0). Per lo più un articolo in taglio vittimista, da perseguitati e con una rappresentazione da allarme sicurezza per l’azienda e i suoi dipendenti. Quasi di un pericolo Pro Palestina, che potrebbe coinvolgere tutto il sistema produttivo modenese, se sospettato di essere colluso con l’esercito e governo israeliano.

Comprendo la fatica a sostenere il contrario anche per Gabriele Canovi che ha scritto l’articolo e il Direttore de La Gazzetta che per anni ha esaltato tra le sue pagine la bellezza di questa azienda (leggi art.) , ma almeno per diritto di cronaca, evitiamo di liquidare gli attacchi ai due giornalisti, tra cui Linda Maggiori titolare dell’inchiesta e degli altri due militanti di Modena per la Palestina e BDS Modena, con superficialità. Con la superficiale frase:

…azienda di cybersicurezza da tempo nel mirino (sic) di alcune associazioni pro Palestina. Che a loro voltano segnalano che alcuni attivisti modenesi sono stati attaccati e minacciati in alcuni canali Telegram Pro-Israele”.

Per fortuna che almeno Tekapp ha chiesto la pubblicazione dell’articolo, altrimenti noi non saremmo neanche stati citati.

Lo ripeto: gli unici a ricevere vere minacce da siti sionisti e su cui ci tuteleremo presso sedi opportune.

A “nostra volta segnaliamo” che questo tema era già stato affrontato in un precedente articolo (2) completo di documenti minacciosi e specifici. Evidentemente però al giornale cittadino, non sono sembrati degni di essere presi in considerazione.

Proviamo, almeno noi, a concedere spazio alla risposta di Linda Maggiori (con specifica intervista) e alle associazioni che, oltre a non godere neanche del diritto di replica dalla Gazzetta di Modena, non ha fatto certamente piacere essere accusati di complicità, per l’ennesima volta, se non aizzatori o aggressori dell’azienda. Non solo, ma anche di incutere paura ai suoi dipendenti.

Voi di Modena per la Palestina e BDS Modena, cosa avete pensato dopo la lettura dell’ultimo articolo pubblicato il 13 luglio su la Gazzetta di Modena?

Le nostre posizioni sul rapporto tra Tekapp e società pubbliche modenesi, si accompagnano alle rigorose prese di posizione del presidente De Pascale e della Regione Emilia Romagna, che invitano a rompere i rapporti con Israele. E’ lo stesso Presidente De Pascale, in una nota pubblica diffusa il 27 giugno dalle pagine de Il Resto del Carlino, ad alludere alla necessità di chiudere il rapporto tra Tekapp e un’agenzia modenese di interesse pubblico, invitando gli amministratori locali a rescindere tali relazioni.
Quindi sulla questione Tekapp siamo in buona compagnia.

Su quali elementi avete deciso di segnalare la ditta Tekapp, come vicina all’esercito israeliano e ad Israele. Ovvero il contrario da quanto dichiarato dal loro CEO?

Tutto quello che abbiamo detto e scritto in queste settimane è stato ricavato dal sito Tekapp – soprattutto materiale “prudentemente” rimosso dai vertici aziendali, che noi abbiamo salvato. Da quanto si legge in tali materiali, i rapporti in essere tra la Tekapp e Israele, nonché il retroterra militare dell’azienda e la tipologia dei prodotti che fornisce, sono assolutamente evidenti e incontestabili. Non si tratta di nostre deduzioni o illazioni: solo la lettura attenta di quanto Tekapp stessa ha pubblicato negli anni. Abbiamo costruito un corposo dossier che presenteremo presso le sedi competenti, se sarà necessario.

Quindi da Tekapp cosa vorreste?

Noi a Tekapp, come abbiamo sempre detto, non chiediamo nulla né contestiamo alcunché. Noi abbiamo lanciato un appello ai clienti di questa azienda, in particolare ai soggetti pubblici. Questo perché, riteniamo poco etico che i soldi dei contribuenti modenesi vadano, in questa fase storica di guerra e sterminio, a sostenere ragioni o rimpinguare profitti riconducibili, direttamente o indirettamente, allo Stato di Israele. Per capirci e ricordarlo agli smemorati: Israele è guidato da un premier su cui pende un mandato d’arresto emesso dalla Corte Penale Internazionale per crimini contro l’umanità. E non crediamo che Modena, città medaglia d’oro alla Resistenza, possa rimanere indifferente davanti ad un genocidio in corso.

Daniel Rozenek, CEO di TEKAPP, afferma che la sua azienda e i suoi dipendenti sono stati minacciati con cartelli con accuse di “sionismo”

Le nostre azioni sono sempre state corrette nei toni e nei contenuti. Siamo esponenti della società civile modenese. Tutto quello che facciamo è pubblico, firmato e diffuso attraverso conferenze stampa e iniziative di massa. Di oltraggi social o “cartelli offensivi” e cose del genere non sappiamo nulla. Siamo contrari ad attacchi ad personam e ad ogni genere di insulto. Non ultimo quello che abbiamo anche noi subito, proprio con riferimento alla nostra posizione tenuta su Tekapp.
Troviamo infatti paradossale il tono vittimistico della proprietà Tekapp, quando quattro attivisti di cui 2 giornalisti e tre cittadini modenesi, per non parlare poi del coinvolgimento anche del presidente Michele De Pascale e della deputata Stefania Ascari, sono stati attaccati da un canale Telegram israeliano con tanto di nomi, cognomi e foto in bella evidenza. Arricchito con notizie biografiche distorte o diffamanti. La colpa di questi cittadini è l’aver contribuito ad aprire in questo territorio, una discussione pubblica su Tekapp e le relazioni tra Israele e il sistema Modena”.
Vi sembra normale che un network israeliano, vicino a settori oltranzisti e militari, attacchi in questo modo cittadine e cittadini che prendono la parola su una questione così essenziale? E visto che tali messaggi ostili e aggressivi provengono da Israele, chi è che deve sentirsi vittima di un clima minaccioso?”

Come mai il BDS che da anni opera per contrastare le politiche israeliane, ora insieme a Modena per la Palestina è attiva nella difesa e nel rispetto del Diritto Internazionale? 

E’ ormai assodato che in Israele vige un regime di apartheid e l’esproprio delle terre evidenzia un regime militare e colonialista. Se a questo aggiungiamo, come documentato anche da Francesca Albanese e Amnesty Internazional, il genocidio in corso a Gaza, riteniamo che, come negli anni 80 l’isolamento economico del sistema razzista del Sudafrica, contribuì alla caduta di quell’infame regime. Quell’embargo ha portato anche alla liberazione di Nelson Mandela e all’apertura di un processo democratico. Noi agiamo con l’obiettivo che si possa configurarsi il medesimo scenario per il regime israeliano, le cui colpe sono persino più gravi di quelle dei segregazionisti sudafricani.