IL GENOCIDIO IN PALESTINA DOMINA IL PREMIO CHIARINI

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Durante il 16° Premio Chiarini (1), svolto a Modena dal 3 al 5 ottobre, il genocidio in Palestina ha dominato gli incontri che sul palco si sono susseguiti.
Si è cercato di non tralasciare nulla che riguardi l’argomento Palestina – hanno comunicato gli organizzatori – e diritti dei palestinesi. Abbiamo cercato di parlare di Gaza ma anche di Cisgiordania e della violenza dei coloni, come dei minorenni tra cui bambini, ancora prigionieri nelle carceri israeliane”.
Una denuncia seria e documentata di quanto sta avvenendo in Palestina e dell’azione genocida, segregazionista e colonialista in atto in quella terra, non certo cominciate dopo il 7 ottobre 2022.

Anche alla “scorta mediatica” attuata dai mass media nazionali, è stato dedicato uno spazio proprio per denunciare l’offuscamento delle notizie che sono costate la vita a oltre 270 giornalisti uccisi a Gaza.

Precedentemente abbiamo documentato i momenti salienti delle premiazioni (2) e della lezione magistrale tenuta dallo storico Ilan Pappè (3) mentre ora, vogliamo proporvi, per completare il quadro politico e storico in cui questi fatti avvengono, il resto degli interventi di denuncia, riflessione e di mobilitazione in aiuto a questo popolo ancora sottoposto a regime di apartheid.

E’ la figlia Tullia Chiarini, nel giorno dell’evento in cui è stato consegnato il premio dedicato alla memoria del giornalista de Il Manifesto, ad onorare e commentare l’evento, al termine dell’ascolto della voce registrata di suo padre. Un premio, va ricordato, consegnato a chi si batte per i diritti del popolo palestinese e per un Medio Oriente di Pace.

Per Maurizio Musolino, invece, è Mirca Garuti a ricordare, anche attraverso la messa in onda di una riflessione geopolitica di Maurizio, il valore dell’analisi lungimirante del giornalista ed esperto di Medio Oriente.

Altri sono state gli argomenti di cui si è discusso.

COME I MEDIA HANNO “AVVELENATO LA VERITÀ SUL GENOCIDIO A GAZA”
Farid Adly, scrittore e giornalista del periodico online Anbamed (4), ha parlato dell’importanza delle fonti e di come i media, scorta mediatica del genocidio a Gaza, hanno “avvelenato la verità”. Per l’occasione come AlkemiaNews.it abbiamo voluto ricordare, con un video dedicato, gli oltre 280 giornalisti uccisi a Gaza per impedire che si diffondesse la verità sul genocidio perpetrato dalle forze armate israeliane.
L’informazione è raccontare la verità – dichiara Adly nella sua relazione – La guerra non è finita e non c’è nessun cessate il fuoco, questo piano non è un piano di pace ma un piano colonialista. Su tutti i giornali o TV scrivono “Una guerra tra Israele e Hamas” è una fake news: quello che noi assistiamo non è una guerra tra Israele e Hamas. Quello a cui noi assistiamo è l’aggressione di un esercito israeliano contro la popolazione civile palestinese, di Gaza e della Cisgiordania. Non dimentichiamolo. (…) E’ importante – prosegue Adly – l’uso delle parole. Ad esempio: nei media italiani, per non nominare neanche la Palestina è stato coniato il termine “ProPal e gli israeliani sono uccisi, mentre i palestinesi sono vittime”

L’AZIONE DEI COLONI IN CISGIORDANIA”
Maite, attivista di Internacional Solidarity Movement (5), ha portato la sua testimonianza corredata da materiale video, dell’azione violenta dei coloni israeliani in Cisgiordania. La pressione e le aggressioni perpetrate, con la protezione dell’esercito israeliano, testimoniate anche l’agosto scorso, contro la popolazione palestinese per depredarla della loro terra. Azioni rivendicate dai coloni messianici, come esercizio di diritto divino al possesso della Cisgiordania, non a caso chiamata ormai solo Samaria, di biblica giustificazione.

“L’AZIONE DELLE ASSOCIAZIONI IN AIUTO A GAZA, NEI CAMPI PROFUGHI PALESTINESI IN LIBANO E LA QUESTIONE DEI PRIGIONIERI PALESTINESI”
Hayette Cheikh dell’associazione Bisabr di Modena ad illustrarci il valore umano dei rapporti intrapresi con la popolazione di Gaza.
Bisabr è l’unione di uomini e donne, di diversa provenienza e nazionalità, che hanno in comune la loro fede mussulmana e l’amore verso gli altri e il loro diritto ad avere una vita riconosciuta, come per il popolo palestinese, degna di essere considerata tale.
Quando ci colleghiamo con una famiglia da noi aiutata – dichiara Hayette – la sua bimba di 10 anni mi chiama zia e mi dice che mi vuole bene, mentre in sottofondo si sentono sempre i droni e gli aerei che sorvolano la striscia di Gaza. Una cosa da spezzare il cuore. (…) Un altro bimbo in quella stanza guarda terrorizzato il cielo e i suo fratelli maggiori, per tranquillizzarlo, lo fanno correre per giocare, ma lui costantemente ed ad intervalli, non stacca gli occhi dal cielo”. Nel suo racconto tutto il dramma di Gaza e la sofferenza dei civili colpiti dai bombardamenti israeliani, indiscriminatamente.

Kassem Aina, dell’ ass. Beit Atfal Assomoud, ci porta dentro i loro campi profughi palestinesi del Libano.
L’associazione italiana Per non dimenticare – odv, opera da oltre 20 anni in Libano, con questa associazione libanese per aiutare le famiglie in difficoltà e gli orfani presenti in numerosi campi profughi palestinesi sorti dopo la Nakba del 1948. Un incarico che lo stesso Kassem Aina, ha ricevuto direttamente da Arafat. Israele non ha solo rubato la nostra terra ma anche la nostra cultura e la nostra storia. A noi e a voi il compito di difenderla”

Bassam Saleh – resp. Prigionieri palestinesi in Italia, ha illustrato come siano migliaia i prigionieri palestinesi rinchiusi nelle carceri israeliane. Molti minorenni, in attesa di giudizio e in detenzione amministrativa, ostaggi reali dello stato d’Israele.
Torturati, violentati, umiliati e costretti alla fame – afferma Saleh – i prigionieri palestinesi resistono da anni in difesa del diritto del loro popolo ad avere una nazione ed un riconoscimento umano. Un sopruso che non esiste nelle nostre cronache se non solo per gli ostaggi israeliani”.

Anche quest’anno il Premio chiarini ha richiamato numerose persone anche da fuori della nostra regione e dall’estero, confermandosi un momento importante di riflessione e di sensibilizzazione dell’immensa tragedia palestinese che sembra non finisca mai.