Anche a Deir El Balah è iniziato il bombardamento della zona di Gaza dove risiedono le ONG. Ogni giorno ci sono ordini di evacuazione in tutta Gaza. Siamo ormai arrivati all’85% della striscia sotto ordine di evacuazione. Non c’è più spazio fisico.
Questo 15%, di zone dove le ONG e le Nazioni Unite stavano operando, era rimasto al di fuori degli interventi militari della IDF Israeliana. Un lusso che oggi, con l’inizio dei bombardamenti, è finito. Obiettivo è sistemare definitivamente anche questo 15% di territorio e completare la distruzione e riorganizzazione della striscia.
A comunicare l’inizio dei bombardamenti è un operatore umanitario che si trova proprio ora nella zona di Deir El Balah.
“Stamane hanno lanciato i soliti volantini per evacuare il posto, prima di bombardare pesantemente”. Anche diverse agenzie ONU e ONG sono incluse in questi ordini di evacuazione”. Nel comunicato chiedono che la zona sia evacuata senza che sia portato via nulla.
Un problema che innanzitutto significa interrompere le azioni d’aiuto in corso verso la popolazione palestinese. Per le organizzazioni umanitarie come Unicef e altre agenzie, oltre a non sapere dove andare, rischiano di perdere tutto in loro possesso, a causa di possibili saccheggi. Un rischio altissimo, se non certo.
Il lavoro che stanno facendo le organizzazioni umanitarie è veramente di aiuto alla sopravvivenza. Se anche loro lasciano la zona è assai pericoloso per tutti.
Non solo ma la loro presenza poteva garantire una protezione per tutti quei locali che per esse lavorano e che, come già avvenuto in passato sono stati considerati, anche per questo, complici di Hamas o collusi con la resistenza palestinese. La loro tortura è una consuetudine per estorcere informazioni o anche solo per comprendere se mai hanno avuto contatti o conoscono membri “terroristi” resistenti.
Alle ore 12.34 di stamane è iniziato il bombardamento pesante con gli aerei e droni.
Molto probabilmente, come precedentemente annunciato dalle forze IDF israeliane, sarà effettuata anche un’avanzata via terra con i carri armati e incursioni negli edifici.
Nel frattempo la popolazione abbandona la zona cercando di portare via il più possibile. Non è sporadico vedere bambini sovraccarichi di materiali, cadere sfiniti per il peso che non riescono a trascinarsi.
Purtroppo a Deir El Balah, grazie alla presenza di ONU e altre ONG, la popolazione poteva usufruire non solo dell’aiuto di queste organizzazioni umanitarie ma anche godere della pur marginale ma consistente protezione dai bombardamenti e dalle incursioni dell’esercito israeliano.
Un altro rischio è che possano, come già accaduto, bloccare il collegamento ad internet e bloccare, limitando i social e tutta la gente che prova a condividere quanto sta avvenendo in quel quartiere.
In questo memento segnalano che stanno utilizzando bombe di grosso carico dinamitardo e dato che il 27 luglio normalmente chiude il parlamento israeliano e quindi per tre mesi non può più cadere il governo perché chiude il parlamento, si pensa che l’accelerazione delle operazioni militari di questi giorni, abbia come obiettivo, spingere tutta la popolazione dal nord verso il sud. Ma soprattutto verso la spiaggia del sud.
E’ in atto uno spaventoso spostamento di popolazione, non più effettuato a piccoli isolati, ma per grandi zone.
L’operatore umanitario, proverà ugualmente ad informarci su quanto sta avvenendo essendo presente sul posto.
Un azione a cui va tutto il nostro ringraziamento e la nostra stima, come a tutti gli operatori dell’informazione palestinesi uccisi per rendere vero ed in diretta, il genocidio in corso che nessun governo occidentale ha ancora intenzione di fermare.