LA CONTRO-RIFORMA DELLA GIUSTIZIA

Condividi

L’attacco all’ordinamento dello Stato da parte di questo Governo sembra inarrestabile e la Contro-Riforma della Giustizia ne rappresenta l’ennesimo tassello.

Questa riforma è un grimaldello – afferma la già Magistrato Maria Longo, durante la sua esposizione online – per far saltare tutto l’assetto istituzionale dello Stato e il suo assetto democratico”.

Dopo l’azione del ministro Calderoli di far rientrare dalla finestra la sua legge per l’Autonomia Differenziata, procedendo nonostante l’illegittimità dichiarata della Corte Costituzionale e l’annullamento dalla Consulta, questo Governo procede nel suo progetto rifondativo dell’ordinamento della Repubblica (1).

Questa, non a caso, è stata definita una Contro-Riforma. Va conosciuta e compresa come tale, anche in previsione del referendum di primavera, indetto per la prima volta da un Governo della Repubblica e non dalla sua opposizione assopita e sbandante.

E’ infatti Antonio Madera del Comitato Emilia Romagna per il ritiro di ogni Autonomia Differenziata ad affermare che:
Senza una posizione chiara anche sull’Autonomia Differenziata (2), da parte di quella opposizione che si rifà ai nostri valori, certamente si perdono anche le prossime elezioni

La ricerca, da parte della Presidente del Consiglio (smettiamola di chiamarla Premier) è un mandato popolare indiscusso. Ottenere la libertà di poter agire indiscutibilmente, in cielo in terra ed in ogni luogo, per il bene degli italiani. Magari, come già avviene con la stampa, esautorando anche il lavoro parlamentale.

Il Governo Meloni in realtà, è alla ricerca di una maggioranza plebiscitaria popolare, per lo più inconsapevole del pericolo non solo istituzionale, che sta correndo.

Per illustrare i principi della Contro-Riforma e a sostegno della sua pericolosità, vi proponiamo questo confronto informato, tenuto tra noi che non essendo la classica spiegazione tecnica e didattica, abbiamo deciso di rendere pubblico. Vi proponiamo, inoltre, questo video animato che ne riassume i punti guida.

“LA RELAZIONE DELLA GIA’ MAGISTRATO MARIA LONGO” – 1° parte

Riteniamo sia nostro dovere rendere reale ciò che, impropriamente, viene enunciato dal ministro Carlo Nordio come la Riforma che velocizzerà i tempo processuali; impedirà ingerenze della magistratura nelle sfere politiche; ridurrà la pressione delle correnti interne al CSM, ed altre amenità. In realtà sono tutti principi finalizzati a nascondere la volontà di controllare uno dei tre principali ordinamenti democratici dello Stato Costituzionale.

Un tentativo, che a fatica era già stato respinto e sogno del pluri-indagato Silvio Berlusconi, graziato soprattutto per scadenza dei termini dei tempi processuali. Un progetto, tassello fondamentale, del Piano Solo elaborato dalla P2 di Licio Gelli(3) che altro aveva in mente al rispetto e riconoscimento della Democrazia Costituzionale nata dalla lotta di liberazione.

Nell’attuare questa riforma della Giustizia, il Governo non ha neanche il coraggio politico di dire apertamente che è un’azione attuata contro la magistratura e contro la loro indipendenza e l’autonomia. E che la velocizzazione dell’iter processuale, in realtà è una falsità. Al contrario, lo renderà ancora più farraginoso e lento.

DUBBI E PERPLESSITA A CONFRONTO” – 2° Parte

La posta in gioco è molto alta per la tenuta della nostra Repubblica Costituzionale e senza mezze parole la già Magistrato, dott.sa Maria Longo, ci ricorda che:
Qui abbiamo un esecutivo che ha disposto una modifica costituzionale, esorbitando dai propri poteri, esautorandone totalmente il Parlamento. Non un emendamento è stato preso in considerazione e ha inciso e vuole incidere, in modo estremo sull’autonomia ed indipendenza della magistratura”.

Bisogna essere consapevoli che l’Autonomia Differenziata, la Giustizia e il Premierato, rappresentano le tre riforme decisive attuate da questa maggioranza Trumpiana, per scardinare l’attuale ordinamento Costituzionale.

Obiettivo infatti, di questa azione contro la magistratura, è anche rafforzare, con la possibile vittoria al referendum, la propria posizione in previsione della prossima riforma sul Premierato, tanto voluta da Giorgia Meloni. Un progetto che ridurrà la figura del Presidente della Repubblica, organo supremo di controllo dei principi costituzionali.

Rendendo innocui i suoi principi, si otterrebbe così definitivamente sotto controllo della maggioranza di Governo, i tre organi fondativi ed indipendenti della Repubblica nata dopo la liberazione dalla dittatura antidemocratica e anticostituzionale.

Un processo attivo e spudorato, che mira ad instaurare un sistema politico illiberale, adatto e tollerato soltanto da chi dimostrerà fedeltà alla nuova linea a-democratica. Un progetto tutt’altro che rispettoso, anche del principio nazionalista e liberal-democratico, che la stessa Meloni ha per anni rivendicato e che gli ha permesso di giungere sino al Governo del nostro paese.

Riassumendo: oltre al Super Poliziotto come PM, si avranno reati che saranno perseguiti ed altri no e per di più con un’azione penale non più di fatto obbligatoria. Ovviamente si farà riferimento a reati contro il patrimonio (furti, scippi etc.), ma ad esempio, con difficoltà se non mai avranno priorità reati riguardante la corruzione o il coinvolgimento di membri del Governo e ad esso legati. In pratica non avremo più una legge uguale per tutti.

Con questa Riforma, ci siamo giocati il fatto– conclude la ex Magistrato Maria Longo – che per i giudici, soggetti soltanto alla legge, la loro pronuncia di sentenza non potrà che essere condizionato da un’indagine sbilanciata”.

Dato che questo referendum non prevede il raggiungimento del quorum, si riuscirà a far comprendere la sua pericolosità a tutti i cittadini che si recheranno alle urne a votare?

LINK

1https://www.affariregionali.it/it/il-ministro/comunicati/autonomia-ministro-calderoli-pubblica-le-pre-intese-con-le-4-regioni/

2https://alkemianews.it/2025/11/19/sanita-emilia-romagna-stop-ai-pazienti-da-fuori/

3https://www.piolatorre.it/public/r/l-ombra-della-p2-di-gelli-su-riforme-e-democrazia-illiberale-1-4195/