LA REPRESSIONE IN TURCHIA STRUMENTO DI CENSURA

Condividi

Era il 2013 quando conoscemmo Marco Cesario, in occasione della presentazione del suo libro “SANSUR: Censura – Giornalismo In Turchia*”. Uno scritto, in attesa di una nuova pubblicazione, che riguarda proprio la repressione contro la libertà d’espressione in Turchia, nazione oggi al centro della politica mondiale.

E’ il 18 settembre 2011, il giorno dopo Marco, dopo aver trascorso vari mesi in Turchia, deve rientrare in Francia, ma il suo destino prende un’altra direzione. Quella mattina Marco ha un appuntamento in un caffé della città con una giornalista messicana, Francina Islas Villanueva, sua amica. Francina chiede a Marco, guardandolo negli occhi, se aveva visto la manifestazione sull’Istiklals. Alla sua risposta negativa, Francina riavvolge il nastro della registrazione sulla sua telecamera. Marco guarda il video e vede: ”Un corteo che sfila nel centro della città. Striscioni bianchi con scritte in nero ed in rosso. Una di queste riportava il numero “200”. Era una manifestazione contro la repressione della libertà di stampa: quasi duemila persone chiedevano la liberazione di due giornalisti in particolare, Ahmet Sik e Nedim Sener, in prigione da duecento giorni insieme con altri otto giornalisti del sito web “Oda Tv” in merito all’inchiesta Ergenekon.

Così inizia il viaggio di Marco Cesario alla scoperta di una Turchia nascosta guidata da oltre dieci anni dal premier islamico nazionalista Recep Tayyip Erdogan.

In seguito alla presentazione di Sansur a Modena, vista l’importanza di quanto riportato in quello scritto, fu realizzata una recensione completa di audio che oggi vogliamo riproporre data l’attualità del tema. Anche perché non è bastata l’ultima morte per fame del musicista Ibrahim Gokcek del gruppo musicale Grup Yorum e i numerosi giornalisti, scrittori, insegnati e oppositori o presunti tali rinchiusi nelle prigioni turche, per sollevare un dubbio di correttezza. Nulla si è mosso. Motivo, purtroppo, l’evidente connubio tra Turchia ed Europa per via della barriera contro gli immigrati. Oltre perché la Turchia continua ad essere un buon partner commerciale ed industriale per l’Italia e per tutti i paesi Europei. Sopratutto in termini d’investimento e acquisto di armi. Non ultimo, partner attivo dei nostri servizi segreti utilizzati per la liberazione di Silvia Romano. Non importa se poi il legame tra Turchia e gruppi militari integralisti dell’ISIS sia evidente soprattutto in terra di Siria e nel Rojava curdo.

Quella che vogliamo oggi riproporvi è la recensione del libro di Cesario, che crediamo sia importante per ricordare ma soprattutto per evidenziare, il fatto che le dittature non si costruiscono in una notte con veri o falsi tentativi di colpo di Stato ma trovano la loro forza e la loro resistenza attraverso un processo innanzitutto culturale, repressivo e solo in ultimo, militare. Come il tentativo di espansione verso la Siria, la Libia e tutti quegli stati che in un modo o nell’altro facevano parte del vecchio impero Ottomano.

Link di riferimento:
Presentazione libro a Modena
Audio della presentazione
Recensione di Mirca Garuti di Sansur

* Pubblicato da Bianca&Volta nel 2012.
Giornalista, scrittore e fotoreporter, napoletano di nascita, vive a Parigi dove collabora con diverse riviste e quotidiani online, come Linkiesta, Micromega, Pagina99, EastWest, Post International, Imbavagliati.it, Articolo 2. Nel 2015 s’aggiudica una menzione speciale al Concorso Internazionale Giornalisti del Mediterraneo di Otranto.
Nel 2016 per il suo libro « Medin. Trenta Storie del Mediterraneo » (Rogiosi), s’aggiudica il Premio di Letteratura Mediterranea Costa d’Amalfi Libri 2016. Dal 2016 coordina con la giornalista Désirée Klein il Festival Internazionale di Giornalismo Civile “Imbavagliati” al PAN di Napoli.