L’OMBRA DEI DECESSI NEL GIORNO DEL PERSONALE SANITARIO

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A braccia sospese le ombre dei decessi di questo anno da pandemia, si allungano verso le istituzione e verso chi ha deciso di dichiarare il 20 febbraio il “Giorno del personale sanitario e sociosanitario, del personale socio assistenziale e del volontariato”.

Questa giornata istituita con la legge del 13 novembre 2020 n°155 esaltata dal Ministro della Salute, Roberto Speranza, si celebrerà ogni anno “per onorare il lavoro, l’impegno, la professionalità e il sacrificio del personale medico, sanitario, sociosanitario, socio assistenziale e del volontariato nel corso della pandemia da Corona virus”.

Sia chiaro che non finiremo mai di ringraziare chi senza mezzi e senza la dovuta assistenza tecnica e di protezione, motivata soprattutto per sottovalutazione e “ragioni di costo”, ha affrontato il Covid19 rischiando la propria vita in aiuto a quella degli altri. Un coraggio non dettato solo dalla volontà di svolgere al meglio il proprio lavoro ma nella capacità di comprendere che la partita che si stava e si sta ancora purtroppo giocando, andava oltre la loro stessa esistenza.

Per questo ritengo, parafrasando Antonio Gramsci, che in realtà tale giornata, come del resto tante altre istituite come “ricorrenza”, servono agli Stati e alla comunità internazionale, come strumento meschino e mistificatorio usato contro il loro stesso popolo.

Perché, in realtà, attraverso la celebrazione di questa giornata, l’attuale sistema economico vuole giustificarsi chiedendo alla nazione di ricordare come eroi le vittime di questo sistema basato solo sul profitto o di celebrare come martiri, quelle vite sacrificate che in realtà si sarebbero potute salvare. Già il fatto che tale ricorrenza sia stata promossa dal regista Ferzan Ozpetek e da Mogol, la dice lunga sul valore dato a quelle vite dallo Stato e dalle forze politiche presenti in Parlamento.

Non possiamo neanche restare inermi, difronte alla volontà a cui vogliamo siano seguiti “i fatti”, espressa dal Ministro Speranza di “ rinnovare l’impegno ad investire nel nostro Servizio sanitario nazionale” mai come oggi necessario. Proprio per quel diritto alla salute pubblica ed universale, come senso più alto della nostra Costituzione.

L’impressione in realtà è che si stia solo attendendo che tutto passi per fare in modo che gli interessi dei servizi sanitari privati e soprattutto convenzionati, fonti reali di vero guadagno, tornino a farla da padrone più di prima.

Basta guardare al sistema sanitario che ha causato i decessi avvenuti in regioni come Lombardia, Veneto o Liguria, dove la progressiva privatizzazione del sistema regionale sanitario e lo smantellamento della rete dei medici di base, non solo ha dimostrato di non ridurre i costi per il servizio sanitario ma ne ha aggravato il servizio.

Un altro esempio pratico sta tutto nella vicenda dei vaccini totalmente delegati alle aziende private che pur ricevendo ingenti fondi dagli Stati da destinare alla ricerca, ne definiscono i costi di distribuzione, vendita ma soprattutto, in ragione del profitto da elargire ai propri azionisti, salvare prima chi è disposto a pagare di più. Come chiaramente dichiarato dal premier Israeliano Benjamin Netanyahu che ha pagato anche il doppio la Pfizer per avere subito i suoi vaccini.

Per questo oggi, oltre a ricordare il sacrificio di tutti gli operatori, non possiamo dimenticare anche tutti quegli anziani deceduti per Covid in quelle strutture RSA che avrebbero dovuto proteggere.

Se l’isolamento doveva essere la soluzione, come mai ancora così tanti morti in quelle strutture?
E’ giunto il momento che qualcuno risponda anche in sede giudiziaria di queste disgrazie perché non può bastare la giustificazione per la quale “erano soggetti deboli”. E’ doveroso che ci sia una risposta, anche se in realtà, la verità è stata ben esplicitata anche dal presidente della Regione Liguria Toti secondo cui del resto “non sono soggetti produttivi”. E quindi solo un costo per la società.

Ovvero, verrà omessa la reale questione che i centri di ricoveri per anziani e disabili malati psichici esistono non per accudire ed operare per reintegrare, ma per generare profitto ottenuto grazie ad alti costi per le famiglie e gli enti pubblici. Un luogo, presentato sotto forma di albergo e con “gli ospiti” ben curati, che in realtà nasconde lo sfruttamento del personale impiegato a bassi salari ed alto turnover. Un alto profitto per pochi, ottenuto grazie ad appalti pubblici vinti secondo il principio del “massimo ribasso”. Per avere poi in cambio, un servizio in realtà sostenuto con un sotto organico spacciato per eccellente servizio. Ma non solo: quando poi si evidenziano fenomeni di abbandono e superficialità sanitarie, le proprietà scaricano sugli operatori la responsabilità del disservizio.

Basta ascoltare le testimonianze rilasciate al comitato Libro verde da chi in quelle strutture ci lavora o vi ha ricoverato i propri cari:

In strutture da 75 anziani e disabili che si svegliano continuamente per essere lavati e cambiati, sono a disposizione per tutta la notte solo due Operatori Socio Sanitari. Oppure strutture con malati psichici a cui cambiano continuamente gli operatori creando scompensi psicologici che azzerano ogni miglioramento.

Per non parlare poi di persone affette da disfagia, ovvero la difficoltà a deglutire cibi solidi o liquidi e semiliquidi, a cui è affidato un operatore di supporto per nutrirsi per un tempo di massimo 7 minuti. Tempo in cui il malato rischia di soffocarsi e quindi mortificarsi al punto tale da smettere di mangiare e ad abbandonarsi, smettendo di nutrirsi, sino a morire.

Festeggiamo dunque il giorno degli Operatori Sanitari ma questi esempi e quegli anziani deceduti lontano dall’affetto dei loro cari, sono la testimonianza reale del fallimento di uno Stato che avrebbe dovuto proteggere i suoi cittadini più deboli.

Quei decessi nelle CRA e nelle RSA avvenuti anche in regioni come l’Emilia Romagna, i cui dati chiari e certi sono spesso oggetto di rifiuto da parte delle ASL provinciali, nascondono in realtà la possibile mancanza di applicazione dei protocolli definiti in fase di appalto e dei controlli da effettuare soprattutto nei confronti di quelle aziende private a cui, con superficialità, sono stati affidati i nostri anziani.

Altro non possiamo pensare se i dati in nostro possesso indicano che anche in questa seconda ondata di Covid in Emilia-Romagna, ben 1/4 dei decessi, nonostante siano ormai da tempo isolati e sottratti all’affetto dei loro cari, proviene proprio dalle case di riposo per anziani.

Memore di quanto sino ad ora detto, è giunto il momento di pensare anche e ancora ai vivi e alla loro sofferenza lontano dai propri cari.
Per questo è urgente che siano realizzate in tutte le strutture o una “stanza degli abbracci e degli incontri” o percorsi anche informatici, ormai semplici da utilizzare, per poter consentire contatti, racconti di vita e messaggi di affetto proveniente dai propri cari. E’ il minimo che si possa fare per rendere più sopportabile il confinamento e per ridare dignità a queste persone.

La pandemia, di fatto, ha messo definitivamente in crisi il sistema assistenziale aggravando la precaria situazione per anni sottovalutata dalle istituzioni locali e dalla regione.

E’ necessario pertanto, dare atto a ciò che tanto strumentalmente si è annunciato. Ovvero il ruolo centrale della Sanità pubblica, anche perché non investire in questo campo significa accettare la morte per mancata assistenza come una questione naturale, mentre non lo è affatto.

Stabilizzare da subito il personale precario, che nonostante questo hanno dimostrato il loro impegno, sacrifico e professionalità anche in questo momento difficile per il nostro paese, deve diventare l’azione primaria di questo nuovo governo. Meritano di essere stabilizzati ed è nostro dovere, come cittadini, sostenere le loro rivendicazioni di sicurezza per sé e per i loro assistiti.

Questo nuovo Governo ha difronte una sfida sanitaria importante. Anche se non possiamo dimenticare e quindi doveroso dubitare che Draghi, applicherà questi principi universali, dato che è lo stesso che, a capo della BCE, ha lasciato distruggere la sanità greca permettendo che morissero malati e bambini. Come confidare nei dei partiti presenti oggi in parlamento dato il loro prostrarsi al suo capezzale.