QUELLA MOZIONE SUL MEDIO ORIENTE APPROVATA IN CONSIGLIO A MODENA

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Di una cosa sono certo: la mozione sul Medio Oriente approvata in Consiglio Comunale di Modena il 30 settembre, resterà nella storia di questa città.

Non è la prima volta, negli ultimi 9 anni, che un’istanza consigliare, approvata dalla maggioranza sulla questione israelo-palestinese, lascia sbigottiti. Ma questa volta, la mozione approvata e venduta alla città come emblema di unità politica locale, apre una ferita profonda nel rispetto del diritto umano ed internazionale. Un principio a cui ogni istituzione democratica dovrebbe ispirarsi.

È da tempo che la distanza tra destra e sinistra, in causa all’opposizione alla guerra, si è sempre più assottigliata. Una piccola differenza che ormai, proprio nel caso della questione palestinese e della difesa ad oltranza dello stato d’Israele è ormai di fatto quasi completamente scomparsa. Si salvano alcuni politici o membri di organizzazioni umanitarie che a fatica riescono o possono far sentire la loro voce.

Non è certo un caso se la mozione approvata in Consiglio ha certificato di fatto, sulla questione palestinese, la vittoria politica ma soprattutto culturale, delle opposizioni di destra. Altro non poteva essere, data la pochezza politica d’analisi, culturale e storica che ne ha caratterizzato il dibattito, tra le file dei partiti di governo della città presenti in consiglio.

Dell’opinione dei partiti della destra non intendo occuparmene anche perché la loro cultura politica è intrisa di violenza verbale sorretta da una profonda ed evidente presunzione suprematista e coloniale. Soprattutto espressa, quasi quotidianamente, nei confronti dei non occidentali o provenienti da culture non di radice storica giudaica o cristiana.

Per la sinistra, invece, dovrebbe essere diverso. Avrebbe dovuto essere diverso. Forse in cuor mio avrei voluto fosse diverso. Molti, infatti, sono i punti che sono stati sanciti in quella mozione assai gravi su cui i votanti pacifisti-armati avrebbero dovuto riflettere.

A partire dal lasciare mano libera alla consigliera Federica Di Padova, quinta colonna sionista tornata in Consiglio Comunale tra le file del PD, che abbiamo già conosciuto in una precedente legislatura; artefice e prima firmataria del documento unitario elaborato, firmato e votato anche da quel Luca Negrini capogruppo di Fratelli d’Italia.

Federica Di Padova, anche precedentemente non aveva nascosto la sua avversione verso tutto ciò che è palestinese. Basta ricordare che proprio mentre nei vari Consigli Comunali si approvavano Mozioni per il riconoscimento dello Stato palestinese, lei il 24 novembre 2016 presentava una Mozione (1) (sostenuta insieme alla destra) dal titolo:
Condanna della risoluzione Unesco “tutela del patrimonio culturale della Palestina e carattere distintivo di Gerusalemme Est” e solidarietà allo stato d’Israele”. Una mozione anche questa approvata dal suo partito senza imbarazzo.

Ma veniamo ai fatti, quelli internazionali dove, per legittima difesa, Israele si è arrogato il diritto da quasi un anno, di poter decidere liberamente di massacrare 42 mila palestinesi solo a Gaza, di cui 16.800 donne e bambini e oltre 92.000 feriti. Un’arroganza mai interrotta ed estesa indisturbata, anche in Cisgiordania, in Libano e Yemen. Forse anche a breve in Iran.

Una guerra sotto ogni fronte e con ogni vicino che si è permesso di agire affinché sia applicato il cessate il fuoco immediato ed interrotto l’omicidio della popolazione indifesa di Gaza e Cisgiordania. Una violenza indiscriminata che in realtà, ha come fine principale, non il creare una “linea di sicurezza per Israele” ma attuare una “soluzione finale” per chiudere definitivamente all’annoso problema palestinese. Stroncare definitivamente con il sangue, la loro volontà di non accettare il dominio indiscriminato dello Stato israeliano in terra di Palestina. Più propriamente, agire per eliminare un’etnia nativa di quella terra a cui si è deciso da tempo di negare ogni possibilità di sopravvivenza. Espropriandoli quotidianamente del loro diritto alla vita e alla loro cultura, non per volere divino di antico presagio, ma a causa e come diretta conseguenza della nascita dello Stato d’Israele, risarcimento occidentale al popolo ebreo, per quella immensa tragedia chiamata Olocausto.

Il testo di quella mozione è qui allegato (2) e già le prime righe, mi costringono ad entrare in discussione e purtroppo nel merito, dei macabri dettagli citati.
Fatti di sangue, avvenuti da entrambe le parti, di quel 7 ottobre 2023, usati strumentalmente e decontestualizzati da tutto ciò che è avvenuto nei numerosi anni precedenti. Da tutto ciò dettagliatamente denunciato come “regime di apartheid” dai rapporti dell’ONU per voce di Francesca Albanese (3), e da Amnesty International con Tina Marinati (4), dalle organizzazioni Ong che operano in terra di Palestina e soprattutto dai gruppi democratici ebrei americani ed europei.

Una negazione del diritto sancito definitivamente con il “Patto di Abramo” deciso, indipendentemente dalla volontà e della richiesta di libertà della popolazione palestinese. Patto di stabilità politica applaudito acriticamente anche dai governi Europei e approvato dagli Stati confinanti corrotti e sottomessi al volere israeliano e occidentale. In cambio, il mantenimento delle loro autocrazie dittatoriali e del proseguimento della repressione antidemocratica e violenta, applicata ai popoli arabi di quell’area.

L’azione del 7 ottobre è stato essenzialmente un atto costretto ed avanzato di Resistenza e di rivendicazione che ha provato ad interrompere questa progressiva catena dell’oppressione e rimesso al centro la questione palestinese a livello mondiale. Un’azione che, soprattutto i palestinesi, stanno pagando con il proprio sangue e che ha lasciato purtroppo sul campo morti e feriti, come da lunghi anni avveniva e continua ad avvenire, nel silenzio totale dei governi occidentali oscurati e mai liberati, anche in questo Consiglio Comunale, dalla loro visione razzista e colonialista.

Sui tragici fatti del 7 ottobre, vergognoso è stato l’atteggiamento dei mass media internazionali che hanno volutamente operato affinché non emergesse la verità. Peggio, hanno agito affinché il governo israeliano potesse insabbiare e non resi pubblici, i risultati delle inchieste realizzate anche dai media israeliani ed internazionali. Hanno accettato che, subito dopo il 7 ottobre, fosse avviata una macchina della menzogna internazionale e questi fatti, fossero volutamente occultati ed usati strumentalmente dal governo israeliano per giustificare l’azione di morte d’attuare nei confronti del popolo di Gaza.

Come mai nessun illustre giornalista si è posto la domanda, ad esempio su chi ha colpito dall’alto con razzi le vetture prese ai coloni e usate nell’assalto, per prendere gli ostaggi o addirittura utilizzate dagli stessi coloni per fuggire da quella zona? Non mi risulta che i palestinesi avessero degli elicotteri, ma solo alcuni deltaplani motorizzati.

Come mai il servizio segreto più forte al mondo e che è riuscito a far scoppiare e uccidere e ferire con un attentato terroristico in Libano oltre 3000 affiliati ad Hezbollah in contemporanea, non aveva previsto l’attacco fuori dal muro di Gaza?

Hanno accettato tutti la verità pre-costituita senza porsi domande. Sostenuta e difesa dal Governo israeliano, con il negare alla stampa le esposizioni dei corpi e la visita nei luoghi degli scontri, ai giornalisti “non loro alleati”; la possibilità di raccogliere le testimonianze dei sopravvissuti, per non parlare poi della negazione e l’omissione, nonostante le testimonianze di ufficiali israeliani, della diffusione della risposta militare armata attuata dai coloni nei confronti dell’attacco palestinese che ha portato a veri e propri scontri a fuoco. Come, dell’esistenza di un protocollo militare, “codice Annibale”, in vigore tra le forze EDF che prevede l’uccisione dei possibili ostaggi in caso di tentativo di rapimento.

Una politica indifferente verso gli ostaggi, confermata dall’azione militare attuata dall’esercito israeliano e dal governo, con la negazione di una qualsiasi trattativa che tenesse conto del riconoscimento dei diritti dei palestinesi. Per non parlare poi della scarsissima considerazione delle proteste dei familiari israeliani rispetto alla richiesta di trattare per la liberazione degli ostaggi, che hanno ricevuto come risposta, il bombardamento indiscriminato delle loro possibili prigioni.

Credo che sui fatti del 7 ottobre, Illan Pappè, storico israeliano, abbia risposto in modo chiaro ed esaustivo.
Quei kibbutz definiti pacifisti sono stati costruiti sulle rovine dei villaggi palestinesi distrutti prima e dopo la nascita d’Israele, mentre chi li ha attaccati appartiene alla terza generazione di profughi. Nel ’48 è stato il sionismo di sinistra a incoraggiare i coloni, cacciando le popolazioni indigene e creando a Gaza il mega campo profughi che dopo il ’67 sarebbe diventato una mega prigione. Non puoi vivere accanto a una prigione e pensare che là dentro ti amino perché li aiuti. Sto con tutte le vittime del 7 ottobre ma non con il loro progetto sionista che è stato e sarà sempre un problema perché è immorale e non funziona”.

E’ il rispetto per gli esseri umani caduti in quell’azione e per la superficialità con cui sono strumentalmente esposti in quella mozione, che sono stato costretto ad affrontare questo scomodo argomento. Ma con l’onestà intellettuale di chi crede nella laicità del valore umano e della sua difesa.

I popoli e le vite umane che lo compongono, sono certamente uguali tra loro ma se i Governi continuano a considerare gli oppressori al pari degli oppressi, ecco che quei mondi ricchi di vita, nello scontro quotidiano, si trasformano in nulla di valoriale e diventano insignificanti difronte al libero sfogo della brutale violenza. Dentro le guerre e dentro la nostra società.

Un pensiero opposto tutto racchiuso nella frase riportata sulla mozione, in cui si scrive e vota che l’azione di Hamas ha “pregiudicato ulteriormente il già difficile percorso di soluzione del conflitto arabo-israelo-palestinese”.

Di quale percorso stiamo parlando? Quello della sottrazione delle terre e della cacciata dei palestinesi anche dai territori definiti dall’accordo di Oslo?
Quella è una frase scritta perché di fatto nega, in modo strumentale, si vuole negare la realtà a favore d’Israele.

Quello che è in corso in Palestina, non è un conflitto tra due nazioni o etnie, ma la repressione di un potere e dominio coloniale e sionista, sulla maggioranza di popolazione autoctona.

È assai grave che un Consiglio Comunale di una nazione democratica neghi che è il dominio coloniale e l’apartheid a generare il conflitto(5). Concetto inesistente in questa mozione, nonostante sancito da numerosissime soluzioni approvate dall’ONU che riconosce al popolo palestinese l’impossibilità di poter vivere nella propria terra, con pari dignità degli israeliani.

Una denuncia avanzata, nei confronti d’Israele, dallo stesso ONU, organo politico internazionale che nel 1948 ha sancito la sua nascita e che oggi Benjamin Netanyahu si è permesso di definire una “palude antisemita”(6).
Benjamin Netanyahu dovrebbe invece ringraziare l’ONU che ha, come allora, la stessa composizione politica. E’ lo stesso organo internazionale che gli ha consentito, attraverso lo strumento del veto sulle decisioni eseguito dalle grandi potenze mondiali, di non applicare negli anni le soluzioni che la condannavano per violazione dei diritti umani; contro la non definizione dei suoi confini e le politiche atte a sottrarre e promuovere l’espulsione del popolo palestinese dalle loro terre.

Tutto questo in modo scandaloso non sfiora per nulla il testo di questa mozione.
Ancora una volta, in nome di una generica “Pace non duratura” si attribuisce la guerra e il loro massacro, alla mancata volontà dei palestinesi a non accettare la loro sottomissione o scomparsa. Si è deciso così di sacrificare il Diritto Umano ed Internazionale, sull’altare del profitto e del dominio coloniale ed imperialista occidentale e statunitense.
Questa è la principale vergogna di questa mozione.

In quella mozione non c’è una benché minima condanna dello stato d’Israele nonostante quanto emesso dalla Corte Internazionale di Giustizia. Questa, la si impantana, come da anni fa ed impedisce Israele, in una generica “commissione d’inchiesta indipendente” controllate di fatto dagli Stati Uniti o da membri del Governo d’Israele. Altrimenti non è indipendente.

Non vi è una benché minima condanna dell’uccisione di oltre 176 testimoni giornalisti e per la chiusura delle due sedi di Al Jazeera nei territori occupati e a Gaza, atte ad impedire la diffusione su quanto sta accadendo.
Soprattutto in quel testo, si negano i diritti dei palestinesi, affondandoli per l’ennesima volta, nell’ennesima “conferenza di pace” volta a rilanciare il progetto di “due popoli e due Stati” completamente inattuabile.

Il più falso degli obiettivi, tanto caro ai governi sionisti, e che consente ancora una volta alla sinistra italiana ed europea, di nascondere dietro una foglia di fico, la sua connivenza con Israele o la sua reale incapacità politica, ignoranza geopolitica e omertà nell’affrontare la verità.

Oggi quel progetto è totalmente inattuabile, anche per l’enorme perdita e frammentazione dei terreni lasciati ai palestinesi, volutamente non più collegati tra loro perché occupati dai coloni che andrebbero cacciati e che quotidianamente, cacciano i palestinesi distruggendo le loro abitazioni e coltivazioni, i cui frutti, va ricordato, sono obbligati a commerciare solo con gli israeliani e non direttamente sui mercati internazionali.

Una vicenda di vita, di libertà e di resistenza, che vede rinchiusi oltre 12.500 prigionieri palestinesi. In un paese occupato dove i minori palestinesi, vengono considerati adulti a 16 anni e vengono incarcerati anche in età inferiore ai 5 anni. Per non parlare poi della negazione del Diritto al Ritorno per tutti i palestinesi che attualmente vivono nei campi profughi in Libano, Siria, Giordania, Gaza e fuori dei confini della Palestina. Diritto sancito dalle Nazioni Unite e mai citato in questa mozione, perchè mai accettato da Israele.

È per questo che la questione dei “Due popoli e due Stati” è sostenuta da una parte del sionismo occidentale filoisraeliano. Proprio perché inattuabile e lo è sempre stato sin dal giorno dopo la firma del trattato di Oslo, culminato con l’assassinio di Rabin da parte di un membro del partito di ultradestra, attuale membro del governo in carica.

La verità è che la questione palestinese non comincia il 7 ottobre con l’attacco di Hamas ma quella scelta dolorosa per tutti, ha rappresentato il tentativo di impedire al dominio coloniale sionista ed occidentale di annientare per legge e per accordo occidentale il suo popolo.

Dove erano i benpensanti pacifisti e sinistrati della sinistra, quando a Gaza i palestinesi marciavano disarmati per mesi nella primavera del 2018 per 86 settimane, detta “la marcia del ritorno”, verso il confine e a centinaia cadevano sotto i colpi dei cecchini israeliani appostati sul muro? Oltre 200 morti e 33.000 feriti di cui molti rimasti infermi per sempre.

Se è vero che gli esseri umani uccisi sono una tragedia, come riportato strumentalmente tra le righe in più punti di questa mozione, allora è anche vero che uguale dev’essere il loro diritto alla vita che in questa mozione non è nemmeno menzionata.

In fondo credo, a rileggere più volte quanto approvato nella città medaglia d’oro al valore militare per la lotta partigiana, che quella mozione non abbia contribuito a riconoscere il valore e la pericolosità della tragedia in atto, ma abbia ulteriormente contribuito a ridurre il “diritto umano” a una mera speranza laico-religiosa. E non frutto di una rivendicazione politica.
Peggio, ha sancito acriticamente che questo principio, può essere utilizzato solo come strumento di auto-assoluzione all’uso della violenza da parte di chi ha deciso di dominare sia economicamente che militarmente, una nazione o un popolo.

I palestinesi che da semiti come gli ebrei, vogliono vivere in pace insieme nella propria terra di Palestina, come si è riusciti a fare in Sud Africa, anche a Modena non hanno trovato questo conforto, ma solo una bieca riconoscenza per le vittime svuotate del loro significato politico, di resistenza e di rivolta. In totale mancanza di rispetto del loro sacrificio che ha e rappresenterà, l’essenza della loro resistenza negli anni futuri.

Risultato della votazione della Mozione prot. Generale nr 378262 del 30/09/24:

  • 26 aventi diritto di voto,
  • 23 favorevoli
  • 2 non votanti, consiglieri Poggi (PD) e Reggiani (PD) perché non volevano alcun riferimento ai palestinesi e ad Israele, ma che si parlasse solo di Pace.
  • 1 contrario, il consigliere Balestrazzi, perché si citavano i palestinesi nel testo. In effetti per i filo israeliani ultra sionisti, i palestinesi e la Palestina non sono mai esistiti. Al contrario di molti ebrei anche scampati dai campi di concentramento, che considerano semiti anche i loro fratelli palestinesi perché nativi della stessa terra.
  • Nessuno astenuto.….per fortuna.