Per capire le ragioni storiche degli attuali “tormenti delle Siria”, dobbiamo fare un passo indietro, partire da più lontano. Altrimenti, non è possibile comprendere l’attuale guerra civile, cambio di regime e la questione curda. Chi è Ahmed al-Sharaa meglio noto con il suo precedente nome di battaglia Al-Jolani, quando comandava l’esercito dell’ISIS in Siria e come è crollata, dopo 54 anni, la dittatura degli Al-Asad.
E’ la conferenza tenuta a Nonantola lunedì 10 marzo 2025 dallo storico Daniel Degli Esposti (1), ad affrontare questo percorso che a dir tortuoso, sembra un eufemismo.
Del resto altro non potrebbe essere quando, come ben affrontato anche nel volume “Il grande gioco – I servizi segreti in Asia centrale” di Peter Hopkirk (2), sul medesimo territorio si sono mossi e si muovono ancora, oscuri poteri, eserciti occidentali o popolazioni di etnia e religiose assai diverse tra loro. Per non parlare poi delle enormi ricchezze presenti in quei territori, vera disgrazia dei popoli autoctoni.
Una serie di colpi di stato e lotte per la libertà che lo storico Degli Esposti ha ben affrontato in una serata e difronte ad una sala gremita ed attenta. Passaggi storici non sempre facili da ricordare ma che hanno certamente il merito di aiutarti non solo a capire ma ad invogliarti ad approfondire argomenti citati e ancora non del tutto chiariti (3).
La storia della Siria è, di fatto, la storia di quei territori che oggi ne fanno parte. Si tratta di una Regione Medio orientale, che è stata crocevia tra il mondo mediterraneo, l’Egitto, la Persia, l’Asia Minore e il Caucaso.
La Siria ha fatto parte dell’impero ottomano dall’inizio del 1500 al 1918. Impero e dominio che però non aveva riscontrato una forte opposizione perché i turchi rispettavano l’arabo come lingua del Corano e accettavano di essere i difensori della fede.
I turchi ottomani riorganizzarono la Siria in un’unica grande provincia, ma nel 1549, fu trasformata in due diverse province, quali Damasco e Aleppo.
Nel 1579 fu fondata la provincia di Tripoli e nel 1586 quella di Raqqa nella Siria orientale.
Il territorio della Grande Siria nell’ultimo periodo del dominio ottomano comprendeva la moderna Siria, Libano, Israele, Giordania, Palestina e parti della Turchia e dell’Iraq.
Dopo il suo crollo nel 1922, il Regno Unito ottenne il Mandato della Palestina e la Francia quello sul Libano e la Siria.
Sulle carte geografiche o nelle varie guide turistiche della Turchia il nome “Kurdistan” non compare, non è uno stato. Il Kurdistan esisteva ai tempi dell’Impero Ottomano. Poi con la fine della prima guerra mondiale, nel 1920 fu firmato il Trattato di Sevres (4).
Per la prima volta un atto diplomatico riconosce il Diritto del Popolo Curdo all’indipendenza.
Il motivo principale che indusse le Grandi Potenze a prospettare l’indipendenza del Kurdistan fu la volontà di mettere una “cintura” tra la Russia e la Turchia, per prevenire l’allargamento della rivoluzione socialista russa, creando uno stato cuscinetto da poterlo utilizzare contro l’Urss e gli altri popoli.
Il 24 luglio 1923 fu firmato il Trattato di Losanna (5) che segnò il tradimento degli impegni presi in precedenza dalle potenze europee nei confronti del popolo curdo ed armeno e riconosceva la Turchia come Stato sovrano.
Il Kurdistan venne così diviso in 4 aree: Turchia, Iran, Iraq e Siria per un totale di 40 milioni di persone, di cui la metà si trova ancora oggi in Turchia.
Quando scoppiò poi la seconda guerra mondiale, la Siria era ancora sotto il controllo francese. Fu teatro di combattimenti tra le truppe del governo di Vichy e l’esercito britannico, che ne prese il controllo nel 1941.
Nel 1944 la Siria proclamò la propria indipendenza e nel 1945 si schierò con gli Alleati, dichiarando guerra alla Germania e al Giappone.
Nel 1948 la Siria partecipò alla guerra arabo-israeliana, dove fu respinta dal territorio israeliano ma mantenne i precedenti confini rafforzandosi sulle Alture del Golan. La dichiarazione di indipendenza produsse un rapido sviluppo economico a differenza invece della politica che fu particolarmente instabile. In dieci anni (dal 1946 al 1956) ci furono ben 20 diversi governi e quattro versioni diverse della Costituzione.
Nel 1966, un gruppo di ufficiali dell’esercito, con un colpo di Stato, imprigionò il Presidente Hafiz, abrogò la costituzione e designò un governo regionale del partito.
L’anno successivo, Israele occupò, nella guerra dei sei giorni, le alture del Golan. La sconfitta indebolì il regime e si ebbero contrasti tra l’ala militare moderata e l’ala civile più estremista, all’interno del partito Ba’th (partito della Resurrezione Socialista Araba, attivo in Siria dalla fine degli anni quaranta).
Il 13 novembre 1970, il ministro della difesa Hafiz al-Asad, con un altro colpo di Stato militare molto cruento, rovesciò la dirigenza civile del partito e assunse il ruolo di Primo Ministro.
Inizia così la dinastia degli Al-Asad sulla Siria durata 54 anni conclusa nel 2024 con la presa del potere di Ahmed al-Sharaa subito riconosciuto dai governi europei.
LINK
1 – https://alkemianews.it/2025/02/18/no-alla-deportazione-del-popolo-palestinese/
2 – https://it.wikipedia.org/wiki/Il_grande_gioco_(libro)
4 – https://lospiegone.com/2020/08/05/ricorda-1920-il-trattato-di-sevres-lalba-di-una-nuova-turchia/