Sono i soci e le socie coop a rendere pubblica la notizia che UniCoop Tirreno e Firenze hanno deciso “basta prodotti israeliani” nei loro centri di vendita.
Peccato che questa decisioni sia stata presa dopo ben oltre 600 giorni di genocidio condotto dalle truppe israeliane sulla popolazione di Gaza e Cisgiordania che sta mietendo vittime e che non si è fermato neanche durante la distribuzione degli aiuti umanitari.
Per questo, con soddisfazione, i componenti del Coordinamento interregionale aderente alla campagna “No ai prodotti israeliani nei nostri supermercati “, hanno resa pubblica la notizia appresa durante le assemblee separate dei soci e socie, che si sono tenute nel mese di giugno di quest’anno. Assemblee in cui venivano illustrati i progetti e risultati economici ed organizzativi ottenuti nel 2024.
E’ infatti in quelle occasioni che hanno posto alla Presidente CoopTirreno, Simonetta Radi e alla dirigenza presente, la questione al centro della loro campagna. La presidente, infatti, ha affermato che:
“I prodotti israeliani, nei rari casi dove sono ancora presenti, andranno ad esaurimento scorte e non saranno riacquistati”.
Allineandosi così alla presa di posizione di UniCoop Firenze nei confronti del genocidio in atto in Palestina e con il plauso dei molti soci e socie presenti.
Con questo atto la dirigenza Coop dimostra coerenza nel tener fede al proprio codice etico e capacità di ascolto della voce dei propri soci e socie che, anche con il semplice gesto del fare la spesa, rifiutano di rendersi complici di qualsiasi azione che violi i principi contenuti nel codice etico della Cooperativa e soprattutto, i fondamentali diritti umani. Perché la questione umana non è una sottigliezza.
Lo confermano le vittime palestinesi accertate, ad oggi, dal Ministero della Sanità di Gaza: 55.706 uccisi e 130.101 feriti. Un numero di uccisi dall’esercito israeliano, assai sottostimato.
Secondo quanto riferito infatti, da uno studio dell’Università di Harvard, dal titolo ‘The Israeli/American/GHF “aid distribution” compounds in Gaza: Dataset and initial analysis of location, context, and internal structure’, Le IDF (Forze di Difesa Israeliane) stimano approssimativamente la popolazione in vita ancora a Gaza in:
- 1 milione, nell’area di Gaza City
- 350.000, nell’area centrale
- 500.000, nell’area attorno a Mawasi
Quindi una popolazione ancora 𝐢𝐧 𝐯𝐢𝐭𝐚 a 𝐆𝐚𝐳𝐚 di 𝐜𝐢𝐫𝐜𝐚 𝟏.𝟖𝟓𝟎.𝟎𝟎𝟎 𝐩𝐞𝐫𝐬𝐨𝐧𝐞. Ovvero circa 500.000 palestinesi in meno rispetto a prima del 7 ottobre 2023.
Tenendo conto, come è noto, che 100.000 sono i palestinesi di Gaza che sono riusciti ad uscire e che 17.000 sono stati sequestrati a Gaza e in Cisgiordania da le forze militari IDF (di cui 1400 sono minori), mancherebbero all’appello almeno 350 – 400.000 palestinesi.
Dove sono finiti? Sono forse rimasti sotto le macerie causate dai massicci bombardamenti israeliani su palazzi, scuole e ospedali?
Sarà difficile saperlo dato che sino ad oggi è vietato utilizzare mezzi meccanici, pena la propria uccisione, per scavare tra le macerie e riuscire a salvare anche chi, li sotto, era ancora vivo.
In questo scenario i soci e socie del Coordinamento interregionale, non possono che esprime “grande soddisfazione per le decisioni prese” ed invitano tutti i soci e socie Coop a seguire e supportare questa presa di posizione.