E’ politicamente importante il comunicato rilasciato dalla nuova presidenza di COOP ALLEANZA 3.0 riguardo alla scelta di non vendere più prodotti israeliani presso i propri negozi. Una scelta non facile, dimostrata non solo dai commenti riportati sotto i numerosi post usciti nella rete, ma anche dalla risposta di alcuni ”giornaloni” ciechi e sordi al problema dei palestinesi.
Un esempio viene da La Repubblica dove nell’articolo del nazionale, a cura della “redazione economica”, cita anche praticamente il nome del prossimo usciere del palazzo Coop di Villanova Castenaso ma si scorda della decisione della Direzione, di omettere alla vendita i prodotti israeliani.
Una svista curiosa per un articolo di economia.
Lo segue Michelangelo Agrusti, Presidente di Confindustria Alto Adriatico, che dichiara sbigottito che:
“Non comprerò più nulla da loro. E’ antisemitismo mascherato”.
Una richiesta che viene da due anni di mobilitazione
Sono stati i soci e socie COOP ALLEANZA 3.0 che nell’aprile 2024 hanno lanciato una campagna di raccolta firme online e in presenza, la partecipazione ad assemblee di bilancio in varie città e incontri con le dirigenze di tre cooperative (COOP ALLEANZA 3.0, Unicoop Firenze e Unicoop Tirreno), per chiedere alla COOP di interrompere la commercializzazione di prodotti israeliani finché Israele non rispetterà i diritti umani e il diritto internazionale.
La richiesta era finalizzata a chiedere alle Coop di consumo di non tradire il loro codice etico per Israele. Da qui, migliaia di socie e soci, si sono riuniti/e in un Coordinamento Interregionale, chiedendo alla Coop di interrompere la commercializzazione di prodotti israeliani.
La reazione della stampa sionista e dell’ex Presidente COOP ALLEANZA 3.0 oggi dimesso
Immediata la reazione del buon Claudio Cerasa su Il Foglio che, imbeccato da qualche socio sionista, con uno specifico articolo dal titolo “E la stella gialla sulla merce, quando? l’iniziativa scellerata dei soci coop”, spreca carta ed inchiostro per accusare, in risposta e sostegno d’Israele del resto mai nascosto, questo Coordinamento, di antisemitismo.
Uno scritto tanto acuto e fuori luogo, da sollecitare e scomodare anche la fantasia del buon Daniele Luttazzi, che dalle pagine de Il fatto Quotidiano, gli risponde con il solito colorito sarcasmo.
Al contrario però, del ex presidente COOP ALLEANZA 3.0, Mario Cifiello e del suo entourage direzionale che stizziti, rispondono in modo raffazzonato, prendendo subito le distanze dalla richiesta. Precisazioni aleatorie, rispetto alla gravità di Gaza, tali da costringere il soddisfatto Cerasa, alla traduzione del Cifiello pensiero.
Ovvero specificando che il senso era che “chiunque chieda di marchiare i prodotti dell’unica democrazia del medio oriente, chiunque scelga di fare il gioco di Hamas, chiunque si presti ad alimentare equiparazioni tra Hamas e Israele, chiunque sogni di avere un’industria alimentare “free Israel”, deve essere fermato”.
Addirittura specificando che “Mi sembra che lo spirito di questa risposta sia: chiedete pure di boicottare, noi vi diciamo di no e non toglieremo nulla dai nostri scaffali. Ben fatto. E viva Israele!”.
Mai ascoltati, ma oggi un nuovo gruppo direttivo COOP ALLEANZA 3.0…
Nei mesi precedenti a questa decisione, e dalla pubblicazione di quegli articoli, il Coordinamento ha inviato lettere anche alle istituzioni nazionali del mondo Coop. Ovvero a Coop Italia, ANCC e Lega delle Cooperative, chiedendo loro di condividere e appoggiare la loro richiesta, ma nulla di fatto è mai avvenuto sino a un mese fa.
Per fortuna quel gruppo dirigente non è più in carica ed oggi un nuovo gruppo dirigente è stato eletto in plenaria il 21 giugno a Bologna. A capo, come Presidente, il Dott.re Domenico Livio Trombone, che seduta stante, si è differenziato dal precedente proprio per la questione Gaza, genocidio ed aiuti umanitari negati a quel popolo. Ovvero decretando la rimozione dalla vendita dei prodotti israeliani.
Posizione diretta e chiara espressa con un comunicato stampa, al contrario di Coop Tirreno e Firenze che hanno preso questa decisione, comunicandola solo alle riunioni dei soci e socie.
“La nostra priorità – ha spiegato il presidente – sarà continuare a investire nei nostri soci e nei consumatori, nel pieno rispetto dei valori mutualistici che costituiscono l’identità della nostra cooperativa. La posizione di COOP ALLEANZA 3.0 su ciò che sta avvenendo in Medio Oriente è nota da tempo: non può rimanere indifferente davanti alle violenze in corso nella Striscia di Gaza e la Cooperativa è da sempre e senza esitazione al fianco di tutte le forze – Enti, Istituzioni e Associazioni – unite nel chiedere l’immediata cessazione delle operazioni militari. Ed altrettanto ferma – continua il loro comunicato – è la condanna verso il blocco degli aiuti umanitari destinati alle popolazioni civili della Striscia proclamato dal Governo israeliano. Le escalation di queste ultime settimane hanno spinto Coop Alleanza a dare un segnale di coerenza rispetto a questa posizione e a decidere di rimuovere dai suoi scaffali alcune referenze di arachidi e di salsa Tahina, prodotte in Israele, e gli articoli a marchio Sodastream”. Quest’ultima soggetta da tempo a campagne di boicottaggio sostenute dal movimento BDS.
Non solo, ma COOP ALLEANZA 3.0 ha comunicato in modo chiaro, la loro adesione alla campagna nazionale “Coop For Refugees”, scegliendo di inserire nel suo assortimento la Gaza Cola. Bevanda espressione di un progetto al 100% di proprietà palestinese che, con il ricavato delle vendite delle lattine, contribuirà alla ricostruzione di un ospedale nella Striscia.
Apprezzamento anche dal Coordinamento Interregionale dei soci e socie Coop
I soci e le socie hanno espresso la loro soddisfazione per la decisione di COOP ALLEANZA 3.0 di ritirare i prodotti israeliani dai suoi scaffali, in linea con le scelte di Unicoop Firenze e Unicoop Tirreno.
“COOP ALLEANZA 3.0 dimostra così coerenza con il proprio Codice Etico e rispetto dei valori fondativi del movimento cooperativo: la spesa etica non può essere infatti compito solo dei consumatori, che sono liberi di boicottare, ma anche responsabilità dell’impresa, che deve garantire il rispetto dei diritti umani e del diritto internazionale nella scelta dei fornitori dei prodotti che mette in vendita sui propri scaffali”.
Hanno infine ringraziato il contribuito delle numerosi/e soci/e – attiviste/i che hanno firmato la lettera online alla Presidenza COOP, la petizione alla Grande Distribuzione su Change.org e che hanno partecipato a molte Assemblee Separate di Bilancio nel 2024 e 2025. Un ringraziamento sentito rivolto anche a tutte le persone che si sono attivate in quest’ultimo anno in diverse regioni per far sentire la propria voce.
La denuncia pubblica di antisemitismo
Non è mancata dopo questa decisione, le ennesime accuse di essere azioni atte a seminare odio e diffondere antisemitismo.
“Un’accusa – risponde il Coordinamento – assolutamente priva di fondamento sia per quanto riguarda COOP ALLEANZA 3.0 che nei confronti dell’iniziativa Soci/e Coop per la Palestina”.
Non concorda il presidente della Comunità Ebraica di Milano, Walker Meghnagi che, appreso la notizia della decisione di COOP Aleanza 3.0, dichiara all’ANSA:
“Il boicottaggio della Coop si inserisce nella peggiore tradizione del nazionalsocialismo e del fascismo, è pericoloso e fomenta un clima antiebraico. (…) La coop è corresponsabile di un clima di odio senza precedenti e ne risponderà nelle sedi opportune”.
Per il Coordinamento interregionale, invece, dovremmo tener presente che:
“In questo momento così drammatico per il popolo di Gaza e di fronte a fatti così atroci, prendere posizione e rifiutare ogni forma di complicità è un dovere etico fondamentale, come cittadine e cittadini, come istituzioni, come imprese. Come esseri umani a prescindere da ogni appartenenza”.
Una decisione che deve durare nel tempo
Valuteremo poi alla prova dei fatti, la continuità nel tempo di questa decisione di COOP ALLEANZA 3.0 sperando che questo primo passo, come le posizioni assunte anche di alcuni sindaci e presidenti di regione, possa contribuire ad aprire una seria discussione, non solo tra i soci e socie, sull’apartheid israeliana. Un dibattito pubblico che non può e non deve accontentarsi di individuare come unico problema e capo espiatorio, il governo suprematista, messianico e fascista israeliano, impersonificato da Benjamin Netanyahu.
Il Coordinamento interregionale conclude il suo comunicato invitando i consumatori e le consumatrici ad “esigere da tutta la Grande Distribuzione una presa di posizione chiara e rispettosa dei diritti umani e dei diritti dei popoli, firmando la nostra petizione diretta a tutte le imprese: c’è ancora molto lavoro da fare”.
Una notizia oltre i confini
Questa notizia non si è fermata alla sola Italia, ma è uscita anche dai suoi confini.
Dall’ Orient Today al Dawn . Da Alarabiya all’israeliano Time of Israel .
Tutti a considerare la notizia degna di nota, perché inedita.
Per la prima volta i valori cooperativi e i suoi soci e socie hanno provato a mettere davanti al puro profitto quei valori di rispetto e democrazia, nonché difesa del diritto internazionale, senza sconti per nessuno. Tanto meno per un paese che, e anche per questo, viene considerato dai più una Democrazia. Scordando però ed omettendo che Israele, sin dalle sue origini, è la risposta occidentale ad un progetto sionista basato sul sovranismo messianico e supremazia razzista e coloniale. Come quello del Sud Africa.