IL CORPO DELLE DONNE È UNA PREDA DI GUERRA

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Il corpo delle donne è una preda di guerra. Non si può spiegare diversamente l’accanimento contro un intero genere, perché non possiamo trovare cause e motivazioni nella psicologia in quanto deviazione del singolo, nella sociologia in quanto fenomeno inerente una specifica dimensione sociale, e in nessun’altra scienza che provi a definirne i confini. La violenza maschile contro le donne è politica, e riguarda il potere. Per questo la procreazione, quindi la capacità generativa del corpo femminile, è il simbolo più efficace di un potere non maschile che va quindi controllato, normato, imbavagliato, e se si ostina a sfuggire al controllo allora meglio uccidere la donna ribelle, piuttosto che tollerarne la libertà.

Da anni in Europa si sta organizzando un movimento transnazionale che ha un nome, risorse, obiettivi, come fosse un’armata pronta a entrare in guerra. Si tratta di Agenda Europa (1), nata a Londra nel 2013 come associazione segreta contraddistinta da radici cristiane e dall’obiettivo di sostenere i movimenti pro vita, cioè antiabortisti, e di contrastare i diritti delle persone LBGT.

Quando nel 2017 trapelarono alcuni documenti di Agenda Europa venne alla luce lo scopo, che è quello di “ristabilire l’ordine naturale” in Europa, cioè la famiglia patriarcale eterosessuale.
Ne fanno parte singoli individui ma anche associazioni, e godono di ampie risorse economiche grazie a finanziatori statunitensi, dell’America latina, russi ed europei.
Il programma è ben dettagliato: attraverso azioni governative vietare in tutti i paesi europei la contraccezione, l’aborto, il divorzio, la sodomia (cioè rendere l’omosessualità maschile reato), l’eutanasia; favorire invece il matrimonio ad esempio tramite detassazioni, lo studio privato in casa, la consulenza antiabortista dei pro vita.

I risultati li stiamo vedendo, paesi come Ungheria e Polonia hanno già adottato leggi abrogative o restrittive, e se l’Italia non ha ancora legiferato in materia l’aborto, di fatto, è inaccessibile per molte donne a causa della presenza nei consultori di ginecologi obiettori di coscienza.

Si arriva così alla drammatica morte di Izabella (2), una donna di 30 anni, causata dallo shock settico dovuto al rifiuto di interrompere la sua gravidanza nonostante il feto fosse malformato e morente. I medici hanno scelto di aspettare la morte naturale del feto spaventati dalle conseguenze legali che avrebbero potuto colpirli se avessero proceduto con l’aborto. Se fossero intervenuti Izabella sarebbe ancora viva.

Deve essere chiaro a tutte e a tutti che ormai non ci troviamo più di fronte l’antagonismo tra conservatorismo e progressismo, ma tra restaurazione e convinzione che ogni essere vivente gode di diritti inalienabili (3) che vanno difesi con ogni mezzo.

Judith Pinnock

1 – https://www.dinamopress.it/news/neil-datta-la-rete-antiabortista-polonia-parte-strategia-globale/

2 – https://it.euronews.com/2021/11/07/protesta-contro-la-legge-anti-abortiva-polacca-dopo-la-morte-di-una-donna-per-setticemia

3 – http://alkemianews.it/index.php/2019/05/14/donne-migranti-discriminazione-di-genere/