GIORNATA DI SOLIDARIETÀ CON IL POPOLO PALESTINESE

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Il 2 dicembre 1977, la Risoluzione 32/40B dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, ha chiesto a tutti gli stati membri di osservare la data del 29 novembre di ogni anno come Giornata internazionale di solidarietà con il popolo palestinese.

E’ una risoluzione, approvata tra mille difficoltà, che viene da lontano. Era infatti il 29 novembre 1947 quando l’Assemblea dell’ONU adottava la Risoluzione 181 (II), che raccomandava la partizione della Palestina in due stati indipendenti, uno arabo e uno ebraico e l’istituzione di un regime internazionale speciale per la città di Gerusalemme. Da allora decine di risoluzioni sono state ignorate da Israele, compresa la 242/1967 del Consiglio di Sicurezza. Israele ha infatti attuato, totalmente incurante di tutte queste risoluzioni, una costante e arrogante politica di espansione.

Dal furto dell’acqua, alla costruzione del muro “di contenimento”; dagli arresti arbitrari, alla detenzione amministrativa anche di minori; dalla distruzione di case e coltivazioni, alle esecuzioni extragiudiziali. L’elenco è infinito e ancor più grave, è che tutto avviene nel silenzio degli Stati e con la complicità dei più potenti organi di stampa che ignorano o sistematicamente trasformano, atti di resistenza in episodi di immotivata violenza ad Israele (1). La politica degli insediamenti, ad esempio, continua in violazione del diritto internazionale, ed è diretta ad attuare sul terreno una inesorabile “pulizia etnica” (2)

E’ per questo che anche a Modena, le associazioni “Per la pace Modena”, Alkemia, CGIL Modena, “Per non dimenticare”, Pax Christi Modena, Rete di Lilliput di Modena, Bambini nel deserto e TAM -TAM di Pace e il Comitato Modena incontra Jenin, hanno deciso di ricordare questa data con un’iniziativa pubblica tenuta presso La Tenda. Un evento che ha visto la partecipazione di:

Kassem Aina (Assoc. Hassomoud – Libano) (3), che ha parlato di ciò che sta avvenendo in Libano e nei campi profughi palestinesi, dopo la bancarotta del paese e la conseguente povertà dilagante anche tra la popolazione libanese.

 

 

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Fausto Gianelli (Giuristi Democratici), che ha spiegato come gli arresti indiscriminati dei minori processati da un tribunale militare, identifichino la chiara violazione d’Israele del Diritto Internazionale e delle risoluzioni dell’ONU. E come questo, rappresenti un pericolo non solo per il popolo palestinese, ma anche per le democrazie occidentali.

 

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Su questo argomento è stata presentata, anche la mostra fotografica “Figli di un Dio minore” (4) sulla detenzione dei minorenni palestinesi, realizzata dal fotografo Roberto Brancolini.

Ma cosa si può fare in concreto per fermare tutto questo? Lo spiega, Raffaele Spiga del BDS (Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni – (5), movimento contro l’occupazione e l’apartheid israeliane, costituito da associazioni e gruppi che, in Italia e in molti paesi del mondo, hanno aderito all’appello della società civile palestinese del 2005.

BDS promuove campagne, iniziative, sostiene la parità di diritti per tutte e tutti e perciò si oppone ad ogni forma di razzismo, fascismo, sessismo, antisemitismo, islamofobia, discriminazione etnica e religiosa. Numerosi rappresentanti del mondo dell’arte e della cultura hanno aderito a questo movimento, come liberi cittadini, trovando un modo e un metodo efficace per intervenire direttamente. Una via da percorrere perché le avversità e le pressioni che attiva Israele presso i governi occidentali, sono la prova che questo metodo sta dando i suoi risultati. (BDS Italia)

 

 

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Mentre il mondo si occupa dell’emergenza pandemica, il regime di apartheid si consolida sempre più.
La Palestina vive forse il momento più critico della sua storia, senza che nessuno alzi la voce 
contro Israele.

Il 19 ottobre 2021 il governo israeliano, attraverso il ministro della Difesa, ha suscitato largo sdegno e riprovazione, per aver dichiarato come “organizzazioni terroristiche”, sei note ONG palestinesi che sostengono i diritti dei prigionieri politici, dei bambini palestinesi, dei comitati dei lavoratori agricoli, delle donne palestinesi. Queste ONG, come scritto da Michele Giorgio (6), su “Il Manifesto”, sono riconosciute e apprezzate in tutto il mondo e operano con le principali organizzazioni internazionali per i diritti umani. Alcune hanno lo status Consultivo presso l’ONU e da tempo collaborano validamente anche con Human Rights Watch.

Non ci sarà la pace, tra il Giordano e il Mediterraneo, finché i soggetti coinvolti, popoli e persone, non accetteranno di condividere e rispettare reciprocamente ciascuno i diritti fondamentali di tutti.

1 – http://alkemianews.it/index.php/2021/05/20/massacri-popolo-palestinese/

2 – http://alkemianews.it/index.php/2019/07/16/broken-il-muro-apartheid/

3http://nena-news.it/libano-assomoud-da-38-anni-nei-campi-profughi-con-palestinesi-video/

4https://www.padovanews.it/2021/07/01/mostra-fotografica-figli-di-un-dio-minore/

5https://bdsitalia.org/

6 – www.alkemiachannel.com/ong-palestinesi-organizzazioni-terroristiche.pdf