ROSI BINDI PARLA DI SANITÀ A “SPAZIO LIBERO” MODENA

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“La Sanità pubblica è un diritto Costituzionale inalienabile”.
Rosi Bindi

Neanche l’autostrada bloccata ha impedito all’onorevole Rosi Bindi di giungere a Modena per tenere una conferenza sul problematico Sistema Sanitario NazionaleChiamata, lunedì 19 giugno alle 21, da Spazio Libero* al teatro Michelangelo di Modena, ha parlato di un “problema” sentito da molti italiani: l’attuale Piano Sanitario Nazionale. Scorporato da tempo in 20 piani sanitari regionali, per molti cittadini non rappresenta più un riferimento importante per la salvaguardia della propria salute, ma è spesso drammaticamente percepito, come un debito da sanare senza concreta funzione assistenziale.

* (Gruppo di approfondimento politico senza fini elettorali che cerca di rimettere l’uomo e la politica al centro della società e del diritto).

ASCOLTA LA PRESENTAZIONE DI SPAZIO LIBERO 

Interventi di presentazione di:

  • Gianpietro Cavazza – vicesindaco Modena
  • Judith Pinnock – già segretaria Rifondazione Comunista Modena
  • Francesca Maletti – cons. regione Emilia Romagna  e vicepresidente Commissione V “Politiche per la Salute e Politiche Sociali”
    coordina: Paolo Tomassone – giornalista Resto del Carlino

Da qui la necessità, proposta proprio come prima uscita del gruppo “Spazio Libero”, di parlare di Sanità con l’onorevole Rosi Bindi che da anni si occupa di questo tema. Ma soprattutto, per parlare di sanità oggi in una regione, come l’Emilia Romagna, che ha visto in questi anni perdere qualità nei servizi ed aumento dei costi. Sino quasi ad arrivare al rischio commissariamento.

Un debito alimentato da scelte politiche “aziendaliste” sbagliate, attuate da oltre 15 anni sulla pelle dei suoi cittadini e aumentato soprattutto a causa del mancato rimborso, da parte del Governo di Centro Destra (1), dei costi sostenuti dalla Regione per far fronte all’emergenza Covid19. Spese rimborsate in base al numero dei cittadini e non al volume di spesa reale sostenuto dalla Regione.

Azioni entrambe figlie e diretta conseguenza di Politiche liberticide che hanno provocato convenzioni onerose con istituti sanitari privati; progressive chiusure di strutture ospedaliere e di assistenza territoriale; le dimissioni di personale qualificato dal sistema pubblico sanitario verso quello privato e pensionamenti volontari. Una politica mai interrotta e che continua di fatto a lasciare sguarnite zone importanti del nostro territorio e attuata in nome di un equilibrio di bilancio e di tenuta economica della regione. Quasi a concepire la spesa per la Sanità, nella globalità dei conti, come parte assestante o peggio, costo e non servizio d’anteporre al mantenimento del finanziamento pubblico dell’economia imprenditoriale regionale. Il tutto operato contro e ignorando una classe medica che da sempre, e non solo per il Covid19, ha provato anche con eccellenti risultati, a rendere la sanità pubblica un vero aiuto per tutti.

E allora, anche a livello nazionale, come invertire la rotta?
Come impedire che la malattia diventi fonte di profitto a discapito della salute come valore fondante della vita?

VEDI SERVIZIO TRC MODENA 

Rosi Bindi non ha dubbi: servono subito 10 miliardi di euro, dei 30 necessari, da indirizzare subito all’assunzione del personale con contratti “seri” e rilancio del servizio sanitario pubblico nazionale. Ma soprattutto attuare politiche che “costringano il privato convenzionato e in alcune regioni anche parificato a rispettare le stesse regole assistenziali. Dalla gestione del personale, al livello universale dei servizi sanitari alla persona. Altro che solo cardiologie o ortopedie d’eccellenza ma, assistenza sanitaria pubblica.

Perché a conti fatti – afferma l’onorevole Bindi – oggi se sommiamo quanto lo Stato esborsa per le cliniche sovvenzionate a quello del Servizio Sanitario, i costi sono di gran lunga maggiori se il medesimo servizio, anche con personale qualificato assunto, fosse fornito dal servizio sanitario pubblico”.

ASCOLTA AUDIO DEL SUO INTERVENTO 

Una cosa è certa: quando si parla di Servizio Sanitario, in verità si parla di un giro di affari enorme che da troppo tempo, per entrambi gli schieramenti, sono stati lasciati in balia delle cliniche private convenzionate che anche grazie alla migrazione terapeutica e sanitaria dal centro/sud Italia verso regioni del nord, stanno ingrassando vertiginosamente i loro profitti.

Per non parlare poi dell’aiuto a loro fornito dai fondi sanitari e assicurazioni specifiche, o peggio di leggi come il decreto Moratti in Lombardia, approvato scandalosamente anche dall’ex ministro Orlando. Un’organizzazione sanitaria lombarda e veneta che ha equiparato le strutture private convenzionate a quelle pubbliche, consentendo loro di poter accedere all’utilizzo dei fondi del PNRR che sarebbero in realtà destinati alla creazioni di ospedali o casa della cura e assistenza pubblica.

Un cannibalismo dei fondi destinati alla sanità, orchestrato e sostenuto dalla politica di tutti i governi che si sono susseguiti compreso quello di Draghi che, in contemporanea, li favoriva ulteriormente attraverso progressivi e profondi tagli di bilancio attuati senza pianificazione. Attuati ovvero, solo per il contenimento della spesa pubblica, scaricato abbondantemente sulla tenuta del già insufficiente fondo sanitario pubblico nazionale.

Da qui la necessità urgente di “invertire la rotta” – perché sempre secondo la Bindi – “è ancora possibile” ma richiede la mobilitazione di tutti per difendere “la sanità pubblica perché rimanga un diritto inalienabile”.

Durante la serata, infatti, sono intervenuti anche dei rappresentanti di associazioni di assistenza o di scopo in ambito sanitario. Testimonianze che hanno dimostrato come sia ancora possibile riconoscere ed agire in aiuto all’attuale sistema sanitario.

ASCOLTA AUDIO DELLA LORO TESTIMONIANZA 

Testimonianze di:

  • Daniele Conti – Direttore “Associazione Malati Reumatici dell’Emilia Romagna”
  • Fabrizio Bertozzi – Associazione “Amici”
  • Erio Bagni – Presidente ASEOP (Associazione per il Sostegno Ematologia Oncologia Pediatrica)

Pur riconoscendo un importante riconoscimento e ringraziamento a quanti agiscono volontariamente in difesa del servizio sanitario, non possiamo esimerci però dal denunciare come queste attività, nel corso degli ultimi anni, siano state trasformate e usate strumentalmente da entrambi gli schieramenti politici, non da “supporto integrativo” ma “sostitutivo” del servizio stesso.

Anche per questo e come prevedibile e non a caso, l’onorevole Bindi non ha infatti risparmiato critiche al Centro Sinistra (2) per queste scelte, soffermandosi anche in modo chiaro sulla sua avversione al progetto di Autonomia Differenziata. Peccato abbia dimenticato che non esiste solo il decreto Calderoli emesso dalla Lega e questo Governo ma anche quello caldeggiato e sostenuto dal PD e soprattutto dal presidente Bonaccini in Emilia Romagna.

Sono contraria all’Autonomia Differenziata perchè abbiamo bisogno di unirci e non di dividerci in 20 piccoli Staterelli. Il che non significa che sono contro ad un regionalismo – come enunciato nella nostra Costituzione – ma è già per me inaccettabile che i protocolli di cura siano differenti, per ragioni prettamente politiche, a secondo della Regione e della maggioranza che la governa”.

Il dramma è che la popolazione, difronte alle mancate risposte della politica e della progressiva riduzione dei servizi sanitari pubblici regionali e nazionali, purtroppo si sta rassegnando ad organizzarsi da sola, per chi economicamente se lo può permettere, senza neanche più provare a difendere quell’importantissimo diritto.

E’ ora – conclude la Bindi – di cominciare a farlo, perché da soli non ci si salva!”.

ASCOLTA LE CONCLUSIONI DELL’ONOREVOLE BINDI 

Link:

1 – http://alkemianews.it/index.php/2022/08/22/progetto-fratelli-ditalia/

2 – http://alkemianews.it/index.php/2022/08/10/pd-senza-sinistra/