“Viaggi nella vita sospesa nei campi profughi”
(testo italiano e inglese) 192 pag.
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Nel ventennale del comitato “Per non dimenticare” abbiamo realizzato questo libro fotografico, “Palestina – La Patria Negata”, nel tentativo di condurre il lettore non solo nei campi e nei luoghi dove da tempo il popolo palestinese è costretto a restare ma anche per continuare a denunciare il sopruso subito da questo popolo, la sua lotta quotidiana per la sopravvivenza e la difesa della propria storia e cultura. Un libro non solo di foto ma anche di scritti che, collocati all’ingresso virtuale nei campi, vogliono raccontare nozioni di vita e di storia dei palestinesi cacciati dalla loro terra. Un libro da utilizzare come strumento “vivo e vero” di diffusione e conoscenza di queste realtà da troppo tempo dimenticate e che oggi cercano di normalizzare. Come la strage di Sabra e Chatila.
Il ricavato dalla vendita di questo libro sarà interamente destinato alla realizzazione di progetti ed attività sostenute, presso i campi profughi palestinesi Libanesi, dall’associazione locale Assomoud.
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Causale: N° (copie) libro – PALESTINA – LA PATRIA NEGATA
INTRODUZIONE
di Mirca Garuti
“Sono favorevole al trasferimento forzato: non ci vedo nulla di anormale”.
(David Ben Gurion all’Esecutivo dell’Agenzia ebraica, giugno 1938)
“Gli arabi devono lasciare spazio agli ebrei in Eretz Israel. Se è stato possibile trasferire i popoli baltici, è anche possibile spostare gli arabi palestinesi.”
(scritto dal leader sionista Jabotinsky- 1939)
Queste espressioni sono la testimonianza delle reali intenzioni del movimento sionista sin dall’inizio del XX secolo. Intenzioni che diventeranno tangibili con le espropriazione delle terre dei palestinesi, per arrivare poi all’esodo, conosciuto come “Nakba”(catastrofe), nel maggio 1948. E’ iniziata così la pulizia etnica del popolo palestinese.
E’ stato l’inizio in cui sono diventati profughi, in cui circa 750.000 persone sono state espulse dalle loro case e costrette a vivere nei campi profughi. Più di 530 villaggi sono stati evacuati e distrutti completamente con il tentativo di cancellarne l’esistenza eliminando fotografie dell’epoca e distruggendo documenti e testimonianze di vita e cultura palestinese. Per gli israeliani il 1948 rappresenta due situazioni diverse. Da un lato, la realizzazione di un sogno, quello di ritornare nella propria patria dopo 2000anni d’esilio, dall’altro, il momento peggiore della storia ebraica. Ilan Pappe, in un suo articolo del 2003, afferma infatti che questi due momenti si sono uniti in un unico evento con la convergenza di quello peggiore con quello più esaltante. La memoria collettiva israeliana ha così cancellato il primo aspetto della propria storia per poter vivere solo con quello esaltante. Se, infatti, si consultano i libri di storia israeliani, i programmi scolastici o i discorsi politici, questo capitolo fatto di espulsioni, di massacri, di stupri, di villaggi incendiati, di case demolite, è completamente assente. Si parla solo di gesti eroici per la liberazione della propria terra. La storia stessa di questo capitolo è quindi snaturata o assente nel ricordo degli individui.
I rifugiati palestinesi ed i loro discendenti registrati presso l’UNRWA (Agenzie delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei rifugiati palestinesi nel Vicino Oriente) sono quasi 7 milioni distribuiti in Giordania, Striscia di Gaza, Cisgiordania, Siria e Libano.
La questione palestinese è dunque una questione molto spinosa che dura da moltissimo tempo nel silenzio quasi totale della comunità internazionale al servizio del governo israeliano. Israele continua ancora oggi ad impedire il ritorno dei profughi, a demolire le case dei palestinesi, ad usare il carcere come mezzo di repressione fino ad arrivare alla loro sistematica uccisione. Gli strumenti utilizzati per cambiare la realtà in Palestina sono stati la colonizzazione e l’espulsione. L’unico modo per realizzare il sogno sionista è svuotare la terra dai suoi abitanti indigeni.
“L’occupazione ha mille sfumature, che si incuneano nella quotidianità della vita rendendola disumana. Non è qualcosa di astratto, di indefinito, ma si sostanzia con soprusi e privazioni, con l’obiettivo di spezzare la resistenza e la volontà del popolo che la subisce. Ed è precisamente questo che sta accadendo in Palestina, dove Israele impone a uomini e donne, colpevoli solo di rivendicare la propria dignità, una segregazione razziale intollerabile. L’Occupazione è quindi negazione della vita: impossibilità di lavorare, studiare, curarsi e di avere affetti. E’ anche pulizia etnica, volontà deliberata di sradicare un popolo dalla sua terra per renderlo qualcosa di indefinito. E lo fa con la complicità di stati e governi che, ora con aiuti diretti e ora con silenzi colpevoli, sostengono nei fatti l’Occupazione. Il diritto al ritorno diventa quindi uno degli elementi che sostanziano l’idea di popolo e di autodeterminazione della Palestina. Un elemento che unifica tutto il popolo palestinese, che supera le barriere e le divisioni di schieramenti e di partiti che oggi indeboliscono la resistenza contro l’occupante israeliano.” (Maurizio Musolino)
ALCUNE RECENSIONI DEI LETTORI
“Questo libro è bellissimo e ha la forza giusta per aprire i cuori e le menti. Un passetto alla volta, anche attraverso semplici foto, prima o poi si arriverà a far sì che tutti sappiano quello che succede nei campi e magari qualcosa cambierà . Fai i complimenti ai compagni di Modena, proprio un bel lavoro”
Simona (Roma)
“L’ho appena sfogliato e l’ho trovato ricco di splendide e assai significative foto. Lo guarderò con attenzione molto presto, ma ho voluto scriverle subito per confermarne la ricezione. Mi ha commosso il ricordo di Stefano Chiarini e di Maurizio Musolino; un grande grazie per chi porta avanti il loro impegno “Per non dimenticare Sabra e Chatila. Cordiali saluti, con la speranza che il 2021 sia un anno più umano!”
Alessandra F. (Trieste)
“Carissimi Mirca,Flavio e collaboratori,
oggi ho potuto avere il libro sulla Palestina . E’ M E R A V I G L I O S O : pienamente riuscito nella grafica, nei testi, nelle foto selezionate, è bella perfino la carta su cui è stampato.
Bravissimi! Un grande grazie e un abbraccio”.
Antonietta C. (Roma)
FOTOGRAFIE DI:
Alessandra Ligabue, Alessio Bazzanella, Alessia Leonello, Antonella Carpi, Antonino Salerno, Blanca Clemente, Clara Urban, Dominique Sbiroli, Francesca Marchi, Franco Sidari, Gianna Licitra, Goretta Bonacorsi, Ivan Marin, Laura Cusano, Laura Montanari, Luca Bonsignori, Lucio Vitale, Marco Ciolli, Maria Rita Antonini, Milena Rebecchi, Mirca Garuti, Novella Scarperia, Pietro Migliaccio, Renato Ferrantini, Roberta Ravoni, Rosa Maria Coppolino, Salvatore Infantino, Stefano Geti, Tullia Chiarini, Viviana Codemo.
INDICE
• Memoria in cammino, di Bassam Saleh
• Introduzione, di Mirca Garuti
• Campi Profughi palestinesi in Libano
• Campo di Chatila
• Gaza Hospital
• Campo Mar Elias
• Campo Burj el Barajneh
• Campo Wavel al Jalil
• Campo Nahr el Bared
• Campo Burj el Shemali
• Campo Rashdieh
• La Striscia di Gaza
• Giordania
• Cisgiordania
• BDS: un azione concreta per il popolo palestinese
• Ringraziamenti
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