E’ ancora più difficile commemorare la strage dei “Piccoli Martiri di Gorla” (1), nell’anno del ritorno della guerra in Europa. Uno shock soprattutto per chi non si è mai preoccupato che attualmente sono ben 54 i conflitti accesi in tutto il mondo. 54 luoghi dove bombardamenti e cannoneggiamenti, ogni giorno distruggono città e nazioni, uccidendo senza pietà donne e bambini. Il tutto nel silenzio totale della politica mondiale e delle nazioni soprattutto europee che avrebbero il dovere di attivarsi per riportare la Pace invece di lucrare vendendo senza remore, armi ai dittatori di tutto il pianeta.
Quel sangue versato il 20 ottobre del 1944 a Milano nel quartiere Gorla (2) ed in particolare, il sacrificio di quei 184 bambini e bambine, 14 maestre, 4 bidelli, un assistente sanitario e la direttrice della scuola elementare Francesco Crispi non hanno insegnato nulla a tutti noi silenti e passivi difronte a questi perpetrati massacri nel mondo. Un silenzio contornato da ipocrisia, meschinità ed egoismo che comincia con il lasciare morire nel mediterraneo e ai confini dell’Europa quel pezzo di umanità della terra che da quelle guerre scappa in cerca di aiuto.
Ci raccontano che quel giorno di 78 anni fa, “fu un errore” a provocare quelle morti. Un “errore” da noi accettato e ancora oggi sostenuto che nasconde due verità: il non mettere in difficoltà il nostro alleato USA e impedire di denunciare apertamente e ricordare l’enorme responsabilità di una classe politica ed economica dell’Italia di allora, di aver sostenuto e finanziato la dittatura fascista e filo nazista affinché contribuisse ad opprimere la popolazione italiana e che partecipasse a quel folle conflitto mondiale. E’ vero che il compito principale dei bombardieri anglo-americani sarebbe stato soprattutto quello di colpire i centri produttivi delle fabbriche Breda, Alfa Romeo e Isotta Fraschini ma non disdegnava neanche, dimostrata con i fatti, la volontà di bombardare obiettivi civili della nostra città, come fu ad esempio per Berlino o Dresda. Un’azione diretta e strategica di guerra utilizzata ancora oggi in più parti del mondo, per piegare la popolazione locale e spingerla a ribellarsi contro chi detiene il potere in quel paese.
Quel bombardamento fu in verità una risposta di guerra e non un errore, perché i conflitti non hanno regole ma soprattutto rispetto della vita umana. Non esistono, “bombe intelligenti”, come hanno fatto credere anche per giustificare gli attacchi portati nei confronti della ex Jugoslavia o in Iraq.
Non a caso ancora oggi, alla 78° commemorazione di questo triste evento, quei “ Piccoli martiri di Gorla”, giacciono come testimoni di tutta la nostra retorica sulla guerra.
Non serve enunciare e ricordare in tono pietoso, soprattutto dai politici di destra e di sinistra intervenuti in quella piazza (3), la morte di quei bambini accettando di fatto come inesorabile, quasi naturale nell’essere umano, l’uso della guerra come unico strumento di soluzione.
Soprattutto oggi, non è possibile restare indifferenti, dopo aver visto con i propri occhi le principale guerre che anche prima dell’Ucraina si sono consumate intorno alla nostra Europa o a pochi chilometri da essa, quando si sente affermare dall’assessore alla Sicurezza per la Regione Lombardia, Romano La Russa (4) :
“È importante che la memoria di quell’eccidio venga sempre mantenuta viva, perché ci aiuti ad imparare dagli errori del passato”.
Oppure come l’intervento dell’assessore alla Sicurezza del Comune di Milano, Marco Granelli (5), quando afferma che:
“Oggi più che mai il ricordo dei bambini e delle bambine di Gorla ci scuote al pensiero che in altre parti del mondo, anche molto vicine a noi, le bombe stanno uccidendo ancora civili inermi” .
Noi dai politici, che partecipano attivamente a quelle decisioni, vogliamo di più. Vogliamo che in nome della nostra Costituzioni denuncino e si attivino perché gli interessi di una nazione e del suo popolo non siano difesi attraverso la sopraffazione di altri. In difesa dei loro diritti e anche perché, come sta già avvenendo, prima o poi ci si ritorcerà contro.
Non lo denunciano solo le testimonianze dei sopravvissuti (6) di quella strage di innocenti, di cui mio padre, Novara Giancarlo (7) uomo di Pace, è stato per anni testimone, ma lo chiedono insieme al popolo Ucraino, quelli del Donbass, della Siria, dell’Iraq, della Libia, del Libano, del Kurdistan, della Palestina ed altri. Nazioni dove dittatori riconosciuti come governanti dai paesi occidentali democratici, continuano a negare il diritto ad altri o al proprio popolo di poter vivere in libertà è dignitosamente.
Da troppi anni il “Diritto Internazionale” è stato rivendicato come “Diritto di parte” a prescindere e questo non ha che contribuito a delegittimare il ruolo dell’ONU e il rispetto del “Diritto Umano alla Sopravvivenza”. In barba a tutte le Costituzioni del mondo ed in particolare quella Italiana più volte, soprattutto in termini di conflitto militare, completamente ignorata. Perché Guerra significa null’altro che distruzione e morte.
In quella piazza dei Piccoli Martiri sotto la scritta “Ecco la Guerra“, non a caso scolpita nel monumento, solo una voce si è distinta dall’ipocrisia strisciante esposta al pubblico: quella del Vicepresidente Nazionale Vicario dell’Associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra, Michele Corcio (8) che ha parlato anche a nome del Comitato dei familiari delle vittime di Gorla:
“Le tragedie come la strage di Gorla nel contesto delle guerre moderne rimangono inevitabili perché il principale campo di battaglia sono le città. Questa è la ragione per cui noi vittime civili di guerra, chiediamo con forza l’immediata cessazione dei conflitti in atto, condizione necessaria affinché attraverso il dialogo si possa costruire una pace giusta e durevole”.
Quella bomba che ha attraversato i tre piani della scuola ‘Francesco Crispi’ ed è scoppiata seppellendo quei bambini in procinto di rifugiarsi nello scantinato, è ancora li a dimostrare, nel tempo, la perpetrata follia della guerra soprattutto perché, come sottolineato sempre dal presidente Corcio:
”Noi vittime civili di guerra italiane sappiamo bene e dolorosamente, che non esistono armi buone e armi cattive o intelligenti. Le armi tutte, per volontà o tragica fatalità, provocano sempre nella popolazione civile sofferenza e morte”.
Da quella piazza un urlo solo doveva levarsi da quei bambini delle scuole presenti “Basta Armi e Guerra!”.
1 – https://www.youtube.com/watch?v=0VDeojNXDbA&t=87s
2 – http://www.piccolimartiri.it/01-PAGINE-IN-ITALIANO/I-entrata.htm
4 – www.alkemiachannel.com/PiccoliMartiriGorla_LaRussa201022MI_L.mp3
5 – www.alkemiachannel.com/PiccoliMartiriGorla_Granelli201022MI_L.mp3
6 – http://portale.anvcg.it/testimoni/milano/
8 – www.alkemiachannel.com/PiccoliMartiriGorla_Corcio201022MI_L.mp3